Sicurezza
Biologica |
Le più importanti attività lavorative che possono comportare rischio di
esposizione ad agenti biologici nell'ambito dei laboratori universitari o
dell'azienda ospedaliera sono le seguenti:
·
Attività in cui vi è impiego di biotecnologie
·
Attività nei servizi sanitari, comprese le unità di
isolamento e post mortem
·
Attività dei laboratori clinico-biologici, veterinari,
diagnostici
·
Attività di raccolta e conferimento di rifiuti speciali
potenzialmente infetti
·
Attività nelle quali vi è contatto con animali e/o
prodotti di origine animale
Gli agenti biologici, definiti
secondo il D.Lgs 626/94 (titolo VIII) come "qualsiasi microrganismo
anche geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che
potrebbe provocare infezioni, allergie., intossicazioni" , sono stati
classificati secondo un criterio di pericolosità (tabella 1), tenendo conto
delle condizioni prevalenti nell'area geografica presa in considerazione. L'allegato
XI, che recepisce la Direttiva 93/88 riporta l'elenco degli agenti biologici
con la relativa attribuzione ai gruppi 2, 3 e 4.
Tabella 1
Agente biologico di gruppo 1 |
Un agente che con poca probabilità è causa di malattie nell’uomo o negli
animali. |
Agente biologico di gruppo 2 |
Un agente patogeno che può causare malattie nell’uomo o negli animali, ma
che è poco probabile che costituisca un serio pericolo per chi lavora in
laboratorio, per la comunità, per il bestiame e per l’ambiente. Le
esposizioni in laboratorio possono causare patologie, ma sono disponibili
trattamenti efficaci e misure preventive e il rischio di diffusione è
limitato. |
Agente biologico di gruppo 3 |
Un agente patogeno che usualmente causa gravi patologie nell’uomo o negli
animali e costituisce un serio rischio per i lavoratori. Difficilmente si
propaga nella comunità e comunque sono disponibili efficaci misure terapeutiche
e preventive. |
Agente biologico di gruppo 4 |
Un agente patogeno che normalmente provoca gravi patologie nell’uomo e
negli animali, costituisce un serio rischio per i lavoratori e può propagarsi
rapidamente nella comunità . Non sono di norma disponibili efficaci misure
terapeutiche e preventive. |
Gli obblighi del datore di lavoro e le misure di prevenzione e protezione dei
lavoratori sono condizionati dalla differente patogenicità dei microrganismi.
Gli adempimenti sono diversi a seconda che si utilizzino agenti biologici
rispettivamente dei gruppi 2 e 3 da un lato e 4 dall'altro. Nel primo caso il
datore di lavoro dovrà limitarsi a darne comunicazione alla Unità Sanitaria
Locale almeno 30 giorni prima dell'inizio dell'attività; invece nel caso di
microrganismi del gruppo 4 è necessaria una specifica autorizzazione da parte
del Ministero della Sanità.
L'utilizzo di microrganismi
geneticamente modificati è regolamentato con il Decreto Legislativo 206/01
(vedi qui per una sintesi della normativa a tale riguardo).
Norme generali
1.
Proibito fumare, mangiare, bere e tenere cibo o tabacco in
tutte le zone dove sono tenuti o maneggiati materiali biologici pericolosi.
2.
Ogni volta che si maneggiano sangue, liquidi biologici e
qualsiasi altro materiale proveniente dall'uomo o dagli animali indossare
guanti monouso in lattice o in vinile (questi ultimi da preferire perché non
provocano allergie), indumenti protettivi quali camice con maniche lunghe e
eventuale sovracamice idrorepellente in TNT (tessuto non tessuto), occhiali e
visiera.
3.
Togliersi gli indumenti protettivi e i guanti quando si lascia
il laboratorio.
4.
Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del
laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale potenzialmente
infetto.
5.
Rispettare le norme igieniche, lavarsi le mani frequentemente
e ogni qualvolta ci si contamini o immediatamente dopo aver rimosso i guanti.
6.
Non pipettare con la bocca, usare solo pipettatrici
meccaniche.
7.
Prendere precauzioni per prevenire danni dovuti all'utilizzo
di oggetti taglienti.
8.
E' vietato reincappucciare gli aghi: è necessario riporli
direttamente negli appositi contenitori.
9.
Eliminare le punte delle micropipette in contenitori di
plastica rigida.
10.
Usare solo pipettatrici meccaniche.
11.
Usare cappe adeguate per il livello di contenimento, in
relazione al grado di pericolosità dei microrganismi e per tutte quelle
procedure che possono provocare aerosol.
12.
Decontaminare le superfici di lavoro e gli strumenti ogni
giorno o dopo uno spandimento. Si possono utilizzare diluizioni di ipoclorito
di sodio (conc.1:5) (varechina comune) o altri disinfettanti in
alternativa.
13.
Nel caso si maneggi materiale di provenienza umana si
consiglia la vaccinazione antiepatite B.
14.
Nelle aree dove sono utilizzati materiali biologici pericolosi,
devono essere posti segnali di avvertimento per rischio biologico.
CARATTERISTICHE PROGETTUALI DEI
LABORATORI DI BIOSICUREZZA
Per ogni gruppo di rischio il D.
Lgs. Individua dei livelli di contenimento, per cui i laboratori dove saranno
utilizzati i microrganismi sono definiti, in base alle loro caratteristiche
progettuali come:
·
Laboratorio di base – livello di biosicurezza 1 per
microrganismi appartenenti al gruppo 1
·
Laboratorio di base – livello di biosicurezza 2 per
microrganismi appartenenti al gruppo 2
·
Laboratorio di sicurezza – livello di biosicurezza 3
per microrganismi appartenenti al gruppo 3
·
Laboratorio di massima sicurezza – livello di
biosicurezza 4 per microrganismi appartenenti al gruppo 4
LABORATORI CON LIVELLO DI
BIOSICUREZZA 1 E 2
Caratteristiche di
progettazione degli spazi
·
Muri, soffitti e pavimenti devono essere lisci, facili
da pulire, impermeabili ai liquidi e resistenti ad agenti chimici e ai
disinfettanti.
·
Illuminazione adeguata, evitando riflessi e luce troppo
forte.
·
Superfici dei banconi unite ai muri con sostanze
sigillanti, resistenti a sostanze chimiche e disinfettanti e impermeabili
all’acqua.
·
Presenza di lavabi dotati di acqua corrente.
·
Le porte devono rispondere agli standard antincendio,
chiudendosi da se’ e avere panelli di ispezione.
·
Disponibilità di un autoclave nel laboratorio o nello
stesso edificio.
·
Areazione possibilmente meccanica che assicuri un
flusso d’aria entrante senza ricircolo. Se non esiste areazione meccanica, le
finestre devono essere apribili.
·
Sistemi di sicurezza che comprenderanno:
o sistema
antincendio
o impianto
elettrico di emergenza
o illuminazione
di emergenza
o docce
di emergenza
o presidi
di pronto soccorso
o dotazione
per il lavaggio degli occhi.
Tabella 2. Attrezzature
raccomandate
Attrezzatura |
Rischio evitato |
Caratteristiche di sicurezza |
Cappe di sicurezza biologica (Classe I) |
Aerosol e schizzi |
Un leggero flusso d’aria entrante dall’apertura di lavoro. Adeguata filtrazione dell’aria in uscita |
Cappe di sicurezza biologica (Classe II) |
Aerosol e schizzi |
Un leggero flusso d’aria entrante dall’apertura di lavoro. Adeguata filtrazione dell’aria in uscita. |
Cappe di sicurezza biologica (Classe III) |
Aerosol e schizzi |
Massimo contenimento. |
Schermi protettivi |
Schizzi di prodotti chimici |
Formano uno schermo tra l’operatore e il lavoro. |
Propipette |
Rischi legati al pipettare a bocca, come ingestione di patogeni,
inalazione di aerosol prodotti dalla suzione della pipetta, dal soffiare
fuori liquido, dal far gocciolare la pipetta, contaminazione della estremità
di suzione delle pipette |
Facilità d’uso. Controllo della contaminazione della estremità di suzione della pipetta
per proteggere la propipetta, l’operatore e il circuito del vuoto. Possibilità di sterilizzazione. Controllo di eventuali perdite dalla punta della pipetta |
Microinceneritori per anse |
Schizzi da anse batteriologiche |
Schermatura mediante tubo di vetro o di ceramica aperto ad un’estremità e
riscaldato elettricamente o a gas. |
Contenitori a tenuta per la raccolta e il trasporto di materiali infetti
da sterilizzare |
Areosol, perdite e fuoriuscite |
Realizzati in modo da garantire la tenuta e dotati di coperchio. Durevoli. Autoclavabili. |
Autoclavi; manuali o automatiche |
Materiali infetti (resi sicuri per l’eliminazione o il riutilizzo) |
Progettazione soggetta ad approvazione. Efficace sterilizzazione attraverso calore. |
Bottiglie con tappo a vite |
Aerosol e perdite |
Contenimento efficace. |
Protezione del circuito del vuoto |
Contaminazione del sistema del vuoto del laboratorio con aerosol e liquidi
in eccesso |
Un filtro a cartuccia previene il passaggio degli aerosol (particelle
della misura di 0,45 µm). La bottiglia per i liquidi in eccesso contiene un disinfettante
appropriato. Si può usare un bulbo di gomma per chiudere automaticamente il
circuito del vuoto quando la bottiglia è piena. L’intera unità è autoclavabile. |
Maschere e occhiali di sicurezza |
Urti e schizzi |
Lenti resistenti agli urti (quando necessario devono essere graduate o
indossate sopra gli occhiali). Protezione laterale. |
Schermi per la faccia |
Urti e schizzi |
Protegge l’intera faccia Facilmente rimuovibile in caso d’incidente. |
LABORATORI CON LIVELLO DI
BIOSICUREZZA 3
Progettazione e dotazioni del
laboratorio
Il laboratorio di sicurezza –
livello di sicurezza 3 è progettato per il lavoro con microrganismi del gruppo
di rischio 3, e con grandi volumi ed alte concentrazioni di microrganismi del
gruppo di rischio 2, condizioni che presentano elevati rischi di aerosol o di
infezione.
La sezione sulla progettazione e le
dotazioni dei laboratori di base – livelli di biosicurezza 1 e 2 resta valida,
eccetto dove modificata come segue.
1.
Il laboratorio deve essere separato dalle aree dell’edificio
aperte ai visitatori esterni.
2.
L’ingresso del personale deve avvenire tramite un vestibolo
che fa da filtro (sistema di ingresso a doppia porta).
3.
L’accesso al laboratorio deve essere studiato per prevenire
l’ingresso di insetti e di altri artropodi.
4.
Le porte devono chiudersi da sé e poter essere chiuse a
chiave. Possono essere dotate di un pannello a resistenza limitata da rompere
in caso di emergenza.
5.
Le superfici dei pavimenti, dei muri e dei soffitti devono
essere resistenti all’acqua e facili da pulire. Le aperture in queste superfici
(ad esempio i fori per i passaggi dei tubi) devono essere sigillate per
facilitare la decontaminazione degli ambienti.
6.
La stanza del laboratorio deve essere sigillabile per la
decontaminazione. Le condotte dell’aerazione devono permettere la disinfezione
mediante gas.
7.
Le finestre devono essere chiuse e sigillate.
8.
Vicino a ciascuna uscita deve essere a disposizione un
lavandino con rubinetto a pedale o azionabile con il gomito.
9.
Deve esserci un impianto di aerazione che crei flusso d’aria
dall’esterno verso l’interno del laboratorio.
10.
Il sistema di aerazione dell’edificio deve essere realizzato
in modo tale che l’aria proveniente dl laboratorio di sicurezza non venga fatta
ricircolare in altre parti dell’edificio. L’aria in uscita (tranne quella
proveniente dalle cappe di sicurezza biologica) deve essere scaricata
direttamente all’esterno in modo da disperdersi lontano dagli edifici
frequentati e dalle prese d’aria. Si raccomanda di dotare gli scarichi
dell’aria di filtri HEPA ("high efficiency particulate air", sistema
di filtrazione ad alta efficienza delle particelle in aria).
11.
Le cappe di sicurezza biologica vanno poste lontano dalle zone
di passaggio e da correnti d’aria provenienti da porte, finestre e
dall’impianto d aerazione in maniera che non si creino turbolenze che possano
interferire con il normale funzionamento delle cappe.
12.
L’aria proveniente dalle cappe di sicurezza biologica classe I
o classe II, deve innanzitutto passare attraverso i filtri HEPA e
successivamente dovrà essere scaricata all’esterno direttamente o attraverso
l’impianto di ventilazione dell’edificio.
13.
Nella stanza del laboratorio dovrebbe essere disponibile un
autoclave per decontaminare i rifiuti infetti. Se questi rifiuti devono essere
portati in altre parti dell’edificio per il passaggio in autoclave, vanno
tenuti in contenitori a prova di perdite dotati di coperchio.
14.
La fornitura idrica deve essere dotata di sistemi che
impediscono flussi di ritorno.
15.
I liquidi di scarico devono essere scaricati direttamente
nella fogna.
Attrezzature del laboratorio
Le attrezzature da scegliere sono
le stesse che per i livelli di contenimento 1 e 2; oltre alle cappe di
sicurezza biologica di classe I o classe II può essere necessaria una cappa di
sicurezza biologica classe III per alcune operazioni su microrganismi del
gruppo di rischio 3 (tabella 2)
IL LABORATORIO DI MASSIMA
SICUREZZA. – LIVELLO DI BIOSICUREZZA 4
Il laboratorio di massima sicurezza
– livello di biosicurezza 4 è progettato per svolgere attività con materiali
infetti o esperimenti microbiologici che presentano, o sono sospetti
presentare, un alto rischio sia per chi lavora in laboratorio, sia per la
comunità.
Prima che tale laboratorio sia
costruito e reso operativo, si deve richiedere una consulenza approfondita al
Servizio di Prevenzione e Protezione. I laboratori di massima sicurezza – livello
di biosicurezza 4 operativi devono essere sotto il diretto controllo
dell’autorità sanitaria nazionale o di altre autorità sanitarie competenti.
INDUMENTI PER LA PROTEZIONE DA
AGENTI BIOLOGICI
Tratto da: "linee guida ISPESL
per la scelta e l’impiego di indumenti per la protezione da agenti biologici
" (modificato)
Gli indumenti di protezione da
agenti biologici (camici con maniche lunghe, completo giacca con maniche lunghe
e pantaloni, tuta intera con maniche lunghe) devono essere sempre scelti
tenendo conto dell’attività svolta, tuttavia ci sono alcune regole generali a
cui attenersi:
·
protezione delle parti anatomiche esposte che possono
comprendere la base del collo, il busto, le braccia e le gambe;
·
i camici devono avere lunghezza almeno al di sotto del
ginocchio;
·
l’indumento deve essere realizzato con maniche lunghe
le cui estremità devono essere provviste di elastici e aderire ai polsi per
impedire l’esposizione della parte interna delle braccia;
·
gli indumenti costituiti da più parti devono essere
progettati in modo tale da garantire la protezione di tutte le prevedibili
posture di lavoro;
·
deve sempre essere assicurata una adeguata protezione
lungo le parti di chiusura;
·
gli indumenti devono essere indossati per tutto il
tempo in cui permane il rischio di esposizione agli agenti biologici;
·
per gli agenti biologici di gruppo 3 è consigliabile la
tuta intera, che diventa obbligatoria quando si manipolano agenti del gruppo 4;
·
nel caso di utilizzo di agenti biologici dei gruppi 3 e
4 le parti di chiusura degli indumenti devono essere posizionate sul retro;
·
gli indumenti devono sempre adattarsi alle esigenze
lavorative e devono garantire il comfort durante tutto il periodo del loro
impiego.