Trattamento degli impianti idrici e di ventilazione per la prevenzione e il contenimento della legionellosi nelle strutture sanitarie

 

Obiettivi

Gli impianti di riscaldamento, condizionamento ed idrici, nel loro normale funzionamento,  possono favorire la diffusione di microrganismi aerodispersi attraverso la formazione di aerosol o nebulizzazzioni. Tra questi la Legionella pneumophila risulta essere di particolare pericolosità nelle strutture sanitarie poiché può generare facilmente infezioni e focolai epidemici. Infatti, il paziente ricoverato presenta una serie di fattori predisponenti, quali la presenza di malattie croniche o l'immunodeficienza, che lo rendono particolarmente esposto al rischio.

Lo scopo del presente lavoro è quello di definire i criteri di massima per la scelta del metodo e l'organizzazione di una bonifica dell'impianto idrico in caso si riscontri un inquinamento da legionella e per la manutenzione e gestione degli impianti idrici e di condizionamento allo scopo di contenere i rischi di contagio.

Recentemente il coordinamento Stato-Regioni ha elaborato delle "linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi" che forniscono un esaustivo strumento operativo per l'accertamento e la definizione delle strategie di controllo e prevenzione. Pertanto, il gruppo di lavoro si è concentrato principalmente sulla raccolta di osservazioni e suggerimenti pratici scaturiti dalle esperienze dirette vissute in alcune strutture che hanno affrontato operazioni di bonifica e sull'identificazione degli elementi degli impianti che richiedono particolari di protocolli di manutenzione per contenere il rischio di diffusione del batterio.

Nel definire i criteri di massima per la manutenzione e gestione degli impianti si è sempre tenuta presente l’importanza di lavorare attraverso protocolli di intervento pre-definiti. Parallelamente ai protocolli, deve esistere uno strumento formale, per esempio registri o log books, che consenta di rendere "evidenza oggettiva" all'attuazione concreta di quanto previsto nelle procedure.

 

Riferimenti legislativi e normativi

Riferimento o Ente emettitore

Titolo

Data di emissione

Rif. di pubblicazione

Conferenza permanente per i rapporti tra lo stato, le regioni e le provincie autonome di Trento e Bolzano

Linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi

04/04/00

GU 103 del 5/5/00

Regione Lombardia - Direzione Generale della Sanità  - Servizio Prevenzione Sanitaria

Precisazioni in merito alle misure di profilassi a lungo termine per il controllo della legionellosi

18/02/00

Circolare H1.2000.0011283

Regione Lombardia - Direzione Generale della Sanità  - Servizio Prevenzione Sanitaria

Sorveglianza e controllo delle legionellosi

05/11/99

Allegato a Circolare H1.1999.0060415

Regione Lombardia - Direzione Generale della Sanità  - Servizio Prevenzione Sanitaria

Sorveglianza e controllo della legionellosi in Lombardia

05/05/99

Circolare

prot. 28699

Regione Lombardia - Direzione Generale della Sanità  - Servizio Prevenzione Sanitaria

Sorveglianza e controllo della legionellosi

21/08/97

Circolare

prot. 267368

Circolare Ministero della Sanità n. 400.2/9/5708

Sorveglianza delle legionellosi

29/12/93

 

DPR n.236

Attuazione della direttiva 80/778/CEE concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987, n. 183

24/05/88

GU 152 del 30/6/88

 

Come si può dedurre dalla tipologia di riferimenti riportati nella tabella, da un punto di vista normativo esistono perlopiù linee guida e documenti orientativi.

I principali documenti di riferimento la cui conoscenza, da un punto di vista tecnico, è indispensabile sono le linee guida nazionali (Linee-guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi del 04/04/00 - GU 103 del 5/5/00) e le linee guida regionali  (Allegato alla  Circolare H1.1999.0060415 della Regione Lombardia - Direzione Generale della Sanità  - Servizio Prevenzione Sanitaria - 05/11/99).

Ulteriori informazioni relative al trattamento e alla manutenzione degli impianti possono essere trovati in letteratura della quale le linee guida di riferimento danno un ricco elenco nella bibliografia.

 

 

Quando intervenire

Nella tabella 1 sono riportate le soglie e le modalità di intervento indicate nelle linee guida nazionali (paragrafo 9.1.3). Le linee guida regionali, invece, non danno indicazioni sui limiti di inquinamento accettabili, limitandosi alla descrizione delle modalità di intervento.

Le azioni devono essere intraprese dopo aver effettuato campionamenti diffusi in vari punti dell'ospedale, utilizzando le modalità di prelievo e di analisi standard definite nelle linee guida stesse.

 

Concentrazione di legionella [UFC/l]

Casi accertati di legionellosi nosocomiale

Stato di contaminazione

Misure da applicare

<= 100

0

presenza limitata

Nessuna azione

 

1.000 - 10.000

0

contaminazione presente

          aumentare sorveglianza clinica.

          adottare misure specifiche di prevenzione e controllo indicate nelle linee guida.

          non usare docce, evitare abluzioni che potrebbero generare aerosol.

          ripetere periodicamente i controlli batteriologici.

 

0 - 10.000

=> 1

contaminazione presente

Oltre a quanto esposto sopra,

          effettuare la bonifica ambientale.

          adottare misure specifiche di prevenzione e controllo

 

> 10.000

0

contaminazione massiva

Attuare immediatamente procedure di decontaminazione: shock termico o iperclorazione

 

 

Dalle linee-guida nazionali non è chiaro cosa fare, in assenza di casi, se la concentrazione trovata è compresa tra 100 e 1.000 UFC/l. A nostro avviso, per valori superiori a 100 UFC/l conviene attivare le misure di sorveglianza clinica e le cure manutentive che, certamente, aiutano a tenere sotto controllo il fenomeno.

Inoltre, le linee guida di riferimento non indicano la percentuale di campioni positivi che costituisce la soglia oltre la quale è necessario implementare i vari livelli di intervento.

Frequentemente, in letteratura, viene indicato che quando il numero di campioni positivi eccede il 30% dei campioni effettuati, anche in assenza di casi accertati di legionellosi nosocomiale è necessario attuare tutte le misure di prevenzione previste in caso di presenza di contaminazione.

 

 

Criteri per l'identificazione dei punti di prelievo

Sia per la prima verifica dello stato dell'impianto nei confronti della presenza di contaminazione da legionella, sia per il successivo monitoraggio periodico della rete idrica, è necessario definire i punti dove effettuare i prelievi dei campioni d'acqua da analizzare.

Per ciò che riguarda l'impianto idrico, è maggiore la probabilità di riscontrare inquinamento nella rete di distribuzione dell'acqua calda, anche se si suggerisce di estendere il primo controllo anche in alcuni punti di raccolta posti tra l'allacciamento all'acquedotto o al pozzo di prelievo e l'area di trattamento e riscaldamento.

Gli scopi dei prelievi sono i seguenti:

          verificare la presenza di legionella nell'acqua;

          identificarne le tipologie (specie) e le concentrazioni batteriche (UFC/l);

          identificare la distribuzione dell'inquinamento e il punto del sistema idrico da cui è cominciata la diffusione.

Per raggiungere tali scopi i punti di prelievo devono essere stabiliti considerando i seguenti criteri:

          Effettuare i prelievi ovunque vi possono essere dei fenomeni di ristagno e dove vi sono sedimentazioni o incrostazioni.

          Prelevare campioni da serbatoi di accumulo, bollitori, vasche di raccolta presenti nell'impianto

          Prelevare campioni dai rami morti, se accessibili, o da bagni normalmente poco utilizzati

          Prelevare campioni dal ricircolo dell'acqua calda (anello di distribuzione)

          Prevedere vari punti di prelievo nei reparti più a rischio, che sono quelli dove i pazienti sono maggiormente esposti alla contrazione dell'infezione. A titolo generico, i tipici reparti a rischio sono indicati nella tabella sottostante:

 

Reparti maggiormente a rischio (elenco indicativo, non esaustivo)

Oncologia

Ematologia

Trapianto Midollo

Trapianti

Infettivi

Chirurgia

 

          Prevedere una distribuzione dei prelievi su tutta la superficie dell'ospedale andando a coprire tutte le colonne di distribuzione dell'acqua calda.

          Prelevare i campioni dei reparti dai bagni delle camere di degenza e, in particolare, dalle docce, se presenti.

          Non trascurare, accanto ai controlli sull'impianto idrico, un certo numero di controlli su.

          impianto di condizionamento (filtri, vasche di raccolta condensa, umidificatori)

          torri evaporative

          apparecchiature medicali (umidificatori, gorgogliatori di ossigeno, nebulizzatori, aerosol, ecc...)

Una volta ottenuti i primi risultati i punti di prelievo potranno poi essere affinati, in funzione della diffusione batterica, i punti prescelti in modo da intensificare i controlli nelle zone in cui è stato rilevato un inquinamento. In particolare, se non viene verificata la presenza di legionelle nella parte dell'impianto dedicato alla distribuzione e al trattamento dell'acqua fredda, i controlli su questa sezione potranno essere ripetuti con periodicità più ampia

 

Scelta del metodo di bonifica

Qualora lo stato di inquinamento dell'impianto idrico richiedesse l'attuazione di una procedura di bonifica straordinaria (contaminazione massiva dell'impianto) è necessario innanzitutto raccogliere tutte le informazioni sulla struttura dell'impianto idrico: schemi a blocchi, disegni, caratteristiche dei serbatoi, dei bollitori, dei componenti idraulici, materiali utilizzati per le linee di distribuzione e le linee di scarico.

Soltanto con queste informazioni è possibile scegliere tra quelli proposti dalle linee guida di riferimento il metodo più appropriato all'impianto esistente.

Nella tabella seguente sono brevemente descritte le due modalità di bonifica proposte dalle linee guida per effettuare bonifiche in caso di contaminazione massiva.

 

Metodo di trattamento

Linee guida Nazionali

Linee guida Regionali

 

Shock termico

         Elevare la temperatura dell'acqua a 70-80°C

         Tenere questa temperatura per almeno 3 giorni

         Far scorrere l'acqua da ogni rubinetto per almeno 30 minuti

         Verificare che la temperatura in uscita dai rubinetti sia sempre > 60°C

         Elevare la temperatura dell'acqua in modo che raggiunga 70°C in uscita da tutti i rubinetti.

         Far scorrere l'acqua da ogni rubinetto per almeno 30 minuti

 

Iperclorazione

          Immettere cloro nell'acqua fino ad ottenere Cl residuo di 20 mg/l e mantenere il contatto per 2 ore.

oppure

          Immettere cloro nell'acqua fino ad ottenere Cl residuo di 50 mg/l e mantenere il contatto per 1 ora.

         Svuotare l'impianto e risciacquare fino ad ottenere una concentrazione di cloro residuo di 0,5 - 1 mg/l

          Immettere cloro nell'acqua fino ad ottenere Cl residuo di 15 mg/l e mantenere il contatto per 24 ore.

oppure

          Immettere cloro nell'acqua fino ad ottenere Cl residuo di 50 mg/l e mantenere il contatto per 12 ore.

          Risciacquare l'impianto

 

 

Le linee guida descrivono anche alcune metodiche di prevenzione da attuare per contenere il livello di inquinamento dell'impianto idrico. Queste oltre all'incremento in continua della temperatura di distribuzione dell'acqua o alla clorazione in continua comprendono trattamenti di tipo chimico e fisico (biossido di cloro, raggi UV, ionizzazione con rame/argento, perossido di idrogeno e argento) i cui risultati solo ancora in parte sotto analisi.

Per effettuare una corretta scelta del metodo di bonifica in caso di inquinamento grave ed organizzare in modo appropriato l'operazione si suggerisce di tenere in considerazione le osservazioni di seguito riportate.

 

 

Manutenzione degli impianti

La corretta progettazione e realizzazione degli impianti è il fattore principale che concorre alla prevenzione della diffusione della legionella. Le linee guida di riferimento elencano una serie di elementi da tenere in considerazione per la progettazione di nuovi impianti o per pianificare ristrutturazioni parziali o totali di quelli esistenti.

La manutenzione periodica, tuttavia, contribuisce in modo efficace a prevenire la colonizzazione degli impianti da parte dei batteri e, soprattutto, a limitare la loro moltiplicazione e diffusione nella struttura. Tutte le operazioni di manutenzione mirate a tale scopo devono essere descritte e registrate, mantenendone traccia nel tempo.

Le operazioni di manutenzione preventiva devono concentrarsi sugli impianti dove, a causa della presenza di ristagni d'acqua, di umidità elevata, di sedimenti o film biologici, è possibile lo sviluppo di colonie batteriche. In particolare dovrebbe coprire:

         impianto idrico di distribuzione dell'acqua calda

         impianto di condizionamento

         torri evaporative

Le manutenzioni dovrebbero essere definite da un protocollo che identifica gli oggetti della manutenzione, le operazioni da svolgere e la periodicità con cui effettuare gli interventi.

Le linee guida di riferimento offrono alcuni spunti per identificare le aree da sottoporre a manutenzione preventiva. Gli elenchi seguenti possono essere utilizzati come criteri addizionali basati sull'esperienza per sviluppare tali protocolli indicando alcuni elementi la cui pulizia periodica non può essere trascurata.

 

Impianto di condizionamento

Identificare tutte le zone dove potrebbe accumularsi condensa o ristagno di acqua e umidità. La legionella vive e si riproduce in acqua a temperatura stabile compresa tra 25-55°C; pertanto, nelle zone dove possono crearsi queste condizioni va concentrata l'attività di sorveglianza e manutenzione periodica. In particolare, le vasche raccogli condensa delle Unità di Trattamento dell'Aria e gli umidificatori sono i punti da analizzare con maggior attenzione.

E' inoltre necessario definire i programmi di sostituzione e pulizia dei filtri delle unità di trattamento dell'aria. Infine, porre la massima attenzione sui processi e sui prodotti utilizzati per il lavaggio dei filtri piani per evitare di introdurre batteri proprio in questa fase.

FAN-COIL

        Pulizia dei filtri ed eventuale loro sostituzione qualora danneggiati

        Sostituzione periodica degli stessi

        Pulizia interna del mobiletto mediante aspirazione, lavaggio interno ed esterno e spazzolatura pacco batteria

        Disinfezione della vaschetta di raccolta condensa

ARIA PRIMARIA

        Verifica periodica della presa di aria esterna controllando la sua integrità, la presenza di corpi estranei o altro

        Controllo periodico di tenuta tra filtri e telai indipendentemente dalla segnalazione del pressostato differenziale

        Pulizia e verifica delle batterie di scambio termico con spazzolatura

        Pulizia interna della macchina eseguita con aspirazione dei materiali residui

        Pulizia e disinfezione bacinelle di raccolte condensa

        Pulizia e sostituzione periodica dei filtri

UMIDIFICATORI

        Pulizia periodica delle parti a contatto con l'acqua

        Verificare periodicamente la carica batterica e confrontarla con i valori indicati nelle linee guida nazionali

 

 

Torri Evaporative

Considerare dei protocolli di disinfezione e trattamento delle acque di raffreddamento in conformità con le caratteristiche dell'impianto. In particolare suggeriamo di considerare nei protocolli manutentivi:

        Pulizia periodica (almeno due volte l'anno) della torre evaporativa e comunque

                     dopo un lungo periodo di inattività

                     prima di un lungo periodo di inattività

        Pulizia del pacco di scambio con aria compressa e allontanamento dei residui dell'operazione

 

 

 

ASL Cittá di Milano - Progetto Ospedali

Componenti del gruppo di lavoro

Casa di cura Capitanio

Giulio De Bellis

Casa di cura Columbus

Fabio Cesari

Istituti Clinici di Perfezionamento

Giuseppe De Vita

Istituto Auxologico

Sergio Miano

Istituto Clinico San Siro

Neva Pasqualini

Istituto Europeo di Oncologia

Marco Scuri (coordinatore)

Ospedale Maggiore Policlinico

Roberto Denaro

Ospedale San Carlo

Susanna Azzini

Ospedale San Paolo

Roberto Ravanelli

Ospedale San Raffaele

Marco Lombardo

Tecnair LB

Alberto Monti