Mezzi di contrasto


Si definiscono mezzi di contrasto radiologici quelle sostanze che, introdotte per vie e con modalità opportune nell'organismo, modificano il numero atomico medio o la densità elettronica di determinate strutture corporee e quindi la loro capacità di assorbimento di fotoni X.
L'introduzione nella clinica di mezzi di contrasto ha consentito di estendere le possibilità di studio radiologico praticamente a tutti gli organi e apparati, ben al di là delle limitate situazioni di sufficiente contrasto naturale. Fondamentalmente i mezzi di contrasto possono suddividersi in:
opachi (i quali aumentano il numero atomico e di conseguenza inducono un maggior assorbimento fotonico);
trasparenti (i quali diminuiscono la densità elettronica e di conseguenza inducono un minor assorbimento fotonico).
In talune metodiche radiologiche cosiddette "a doppio contrasto", la cui importanza è fondamentale nello studio dell'apparato digerente, vengono utilizzati simultaneamente i due tipi di mezzi di contrasto.
I mezzi di contrasto trasparenti sono per lo più gassosi (CO2, N2O, O2); nello studio dell'intestino tenue viene utilizzata la metilcellulosa in soluzione acquosa.
Il mezzo di contrasto opaco più utilizzato per lo studio dell'apparato digerente è il solfato di bario (BaSO4) che non viene assorbito dalle mucose digestive e pertanto, in condizioni normali, transita liberamente fino alla totale espulsione con le feci quando somministrato per os; viene evacuato con facilità quando introdotto per clisma.
I mezzi di contrasto iodati uroangiografici sono costituiti da un anello benzenico cui sono legati 3 atomi di iodio (mezzi di contrasto triiodati). Lo iodio infatti è un atomo ad elevata capacità di assorbimento di fotoni X ed è inoltre in grado di formare legami particolarmente stabili con opportune molecole organiche. Questi composti triiodati introdotti nel compartimento ematico, diffondono in maniera reversibile negli spazi interstiziali e vengono poi escreti per ultrafiltrazione glomerulare; sono praticamente privi di tossicità in senso farmacologico.
I mezzi di contrasto iodati per uso colangiografico sono invece costituiti da due anelli benzenici triiodati uniti da un ponte alifatico, sono pertanto esaiodati.
Alcuni oli iodati sono impiegati infine come mezzi di contrasto per l'opacizzazione degli spazi subaracnoidali distali (saccoradicolografia), dell'albero bronchiale (broncografia), della linfa (linfografia). Si tratta di esteri mono o biiodati di acidi grassi di origine vegetale in sospensione con concentrazione di iodio variabile dal 10 al 40% in olio di papavero, oliva, sesamo e arachidi.
Per quanto riguarda i mezzi di contrasto non iodati esistono controindicazioni al loro impiego diagnostico nei pazienti (paraproteinemia di Waldenstrom, mieloma multiplo, gravi stati di insufficienza epatica e renale, pregresse manifestazioni di ipersensibilità al mezzo di contrasto); al contrario non vi sono controindicazioni precise ed assolute alla loro manipolazione e preparazione da parte degli operatori sanitari.
Per quanto riguarda invece quelli iodati va ricordato che questi possono interagire con superfici metalliche contenenti rame e pertanto è da evitare l’uso di accessori in cui il prodotto venga a contatto diretto con tali superfici.

 

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