I detergenti sono sostanze chimiche che, a
determinate concentrazioni, rimuovono lo sporco (materiale estraneo
indesiderato) dalle superfici.
In ambiente ospedaliero i detergenti sono usati per l’igiene personale,
per la pulizia dei reparti, per la lavanderia; sono spesso miscelati con
i disinfettanti per cui gli effetti spesso si sovrappongono o si
confondono.
Si distinguono detergenti alcalini inorganici propriamente detti (soda e
potassa caustica) e detergenti tensioattivi organici a loro volta
distinti in:
non ionici (esteri poliglicolici, eteri poliglicolici, ammine e
ammidi poliglicoliche);
anionici (esteri solfonici, derivati alchilsolfonici, ecc.);
cationici, aventi anche spiccata azione disinfettante (ammine e
ammidi, sali di ammonio quaternario, sali di basi eterocicliche azotate,
sali di basi non azotate, ecc.);
anfoliti.
I tensioattivi organici agiscono abbassando la tensione superficiale dei
liquidi permettendo in questo modo un elevato effetto bagnante e
penetrante nel substrato da lavare, l’emulsionamento dei grassi con
l’acqua e quindi la detergenza. Ad essi vengono aggiunte molte altre
sostanze complementari (solventi, silicati, fosfati, metasilicati,
enzimi, solfonati, ecc.) che conferiscono caratteristiche particolari,
soprattutto per favorire il distacco e l’emulsionamento dello sporco sia
grasso che proteico.
In generale l’uso di queste sostanze pur rappresentando un rischio per
tutti gli operatori sanitari, è maggiore soprattutto per il personale
ausiliario e per il personale delle sale operatorie.
La patologia da detergenti riguarda soprattutto la cute e consiste in
dermatiti irritative e allergiche localizzate soprattutto alle mani, ai
polsi, agli avambracci; molti detergenti infatti contengono sali di cromo
e/o nichel provenienti dal ciclo produttivo.
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