![](imma/fdr_elet.jpg) La corrente elettrica è generata dal movimento
vibratorio degli elettroni, il cui flusso di carica negativa percorre il
conduttore in un certo ordine. Infatti, a seconda del tipo di corrente
elettrica si distinguono correnti continue in cui il verso della corrente
(polarità) non muta nel tempo (accumulatori), correnti alternate, nelle
quali la direzione muta periodicamente a intervalli di tempo regolari e
costanti (rete domestica, industriale, stradale) e correnti impulsive per
scariche elettrostatiche o da condensatore. A parità di tensione le
correnti alternate possiedono un'attività lesiva superiore a quella
continua.
Ogni fenomeno elettrico è caratterizzato dalla forza motrice che lo
produce (volt), dall'intensità (ampére), dalla sua frequenza (hertz) e dalla
resistenza opposta dal conduttore che esercita una specie di attrito al
movimento degli elettroni (ohm). L'intensità della corrente elettrica è
la caratteristica che ne determina in misura maggiore la lesività.
Oltre ai normali impianti elettrici fissi per l'erogazione di
illuminazione ed energia è molto diffuso, sia nel servizi ambulatoriali
che nei reparti di degenza, l'uso quotidiano a scopo diagnostico e
terapeutico di apparecchiatura e strumentazioni elettrificate.
Il mancato rispetto delle norme di sicurezza riguardanti gli impianti
elettrici oppure l'uso scorretto delle apparecchiature a questi collegate
possono essere fonte di pericolo da elettricità per operatori e pazienti.
Gli effetti della corrente elettrica sull'organismo umano dipendono da
una serie di fattori fra di loro correlati: intensità della corrente,
resistenza elettrica del corpo umano, tensione della corrente, frequenza
della corrente, durata del contatto, tragitto percorso dalla corrente.
I rischi elettrici in ambito sanitario consistono in:
· rischi da macroshock conseguenti al passaggio attraverso la cute di
correnti elettriche provenienti da apparecchiature elettrificate.
· rischi da microshock quando correnti elettriche di minime intensità
vengono condotte all'interno del corpo umano da sonde, cateteri,
elettrodi dotati di proprietà conduttrici.
L'attraversamento della corrente nell'organismo produce effetti variabili
per gravità e conseguenze direttamente proporzionali all'intensità della
corrente.
Le scariche elettriche più lievi (da 0,9 a 1,2 mA) determinano solamente
una sensazione di formicolio nel punto di contatto (soglia di percezione
della corrente).
Le scariche di media intensità (da 5 a 25 mA) provocano contrazioni
muscolari e crampi dolorosi localizzati.
Le scariche più intense (da 25 a 80 mA) provocano tetania muscolare
generalizzata che, se prolungata dal contatto col conduttore, può
provocare la morte per asfissia.
Le scariche decisamente pericolose sono quelle che hanno intensità
compresa tra 80 mA e 3 A e che attraversano il cuore; esse infatti
determinano fibrillazione ventricolare o altri gravi disturbi del ritmo
cardiaco.
Le scariche ancora più intense (da 3 a 8 A) deprimono le funzioni nervose
e paralizzano i centri bulbari con arresto cardiorespiratorio.
Va infine ricordato che l'elettricità può causare, per effetto
elettrotermico (produzione di calore al passaggio della corrente), delle
ustioni che anche se limitate per estensione possono avere prognosi
riservata per le complicanze tardive durante il loro decorso.
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