![](imma/fdr_epaC.jpg) Il virus dell'epatite C (HCV) è un virus a RNA
a bassa attività di replicazione che comporta nel soggetto infetto bassi
livelli sierici ed epatici sia di antigeni virus-correlati, sia di copie
genomiche.
La principale via di trasmissione dell'HCV è la via parenterale. Altre
vie di trasmissione, anche se particolarmente non efficienti sono la via
perinatale e quella sessuale.
Il rischio definito per una singola esposizione è compreso tra il 3 e il
10%.
Il periodo di incubazione della malattia è estremamente variabile,
compreso tra 2 e 30 settimane con un quadro per lo più asintomatico, ma
di solito con la presenza di un innalzamento dei livelli serici delle ALT
fino a 2-3 volte il valore normale.
Una volta contratta l'infezione, il decorso clinico dell'epatite C è
molto variabile. Più del 50% dei pazienti con epatite acuta
post-trasfusionale svilupperà una forma cronica e tra questi nel 25% dei
casi si avrà un'evoluzione in cirrosi epatica.
Alcuni pazienti con l'epatite cronica presenteranno un decorso clinico
progressivo con lo sviluppo di cirrosi ed insufficienza epatica, mentre
altri soggetti presenteranno un'evoluzione più lenta con minime
manifestazioni cliniche.
La cirrosi epatica correlata all'epatite C sembra avere un decorso
benigno rispetto a quello della cirrosi alcolica con un lungo intervallo
prima della comparsa delle complicanze.
Tuttavia nei soggetti con infezione cronica da HCV e cirrosi si può
verificare lo sviluppo di un carcinoma epatocellulare.
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