Nel mondo del lavoro esistono, accanto a
fattori di rischio specifici responsabili delle malattie professionali,
numerosi altri agenti capaci di turbare l'equilibrio e il benessere
dell'uomo, creando fenomeni di disadattamento e reazione di stress, da cui
possono derivare malattie non caratteristiche, non specifiche ma
certamente collegate alla professione; nella genesi di tali disturbi un
ruolo fondamentale è rivestito dalle caratteristiche sociali ed
organizzative del lavoro che interagiscono con attributi psicologici e di
personalità dei singoli individui.
Nell'affrontare i problemi di fisiologia e psicologia del lavoro, il
medico si trova di fronte ad un sistema complesso, all'interno del quale
interagiscono 3 componenti: l'uomo, il lavoro, l'ambiente.
Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due
reazioni , una positiva (eustress) rigenerativa ed una negativa
(distress) che può sfociare in patologie psichiche psicosomatiche,
a seconda della capacità dell'individuo di trovare in se stesso le
risorse necessarie ad affrontare una situazione di emergenza. In sostanza
lo stress è la risposta ad una situazione in cui l'individuo
è consapevole di una discrepanza tra le domande che l'ambiente
esterno gli pone e le sue caratteristiche soggettive ed oggettive. Lo
stress sarebbe quindi la conseguenza di un giudizio circa la
necessità di impiegare energie superiori a quelle adoperate
rutinariamente.
Ogni condizione che turbi l'equilibrio del sistema uomo-lavoro-ambiente
può essere un fattore di stress e le modificazioni che ne
conseguono vengono indicate con il termine di strain. Schematicamente la
relazione stress-strain può essere rappresentata
dall'accoppiamento di un peso ad una molla, dove il peso rappresenta la
sollecitazione di carico (stress) e l'allungamento rappresenta la
deformazione che la molla subisce (strain): se il peso supera la
capacità di elasticità o il carico di rottura della molla,
la deformazione è irreversibile.
La sindrome da stress si presenta sotto diverse varianti cliniche
accomunate dalle seguenti caratteristiche:
- La risposta fisiopatologica è
aspecifica e quindi stimoli diversi possono condurre a
manifestazioni cliniche molto simili o sovrapponibili;
- L'iter della malattia è uniforme e
caratterizzato in successione da una fase di allarme, una fase di
resistenza ed una fase finale di esaurimento e/o adattamento;
- Mediatori delle reazioni stress-strain
sono il sistema endocrino, il sistema nervoso vegetativo ed il
sistema immunitario;
- Caratteristica essenziale delle manifestazioni
di strain è la duplice valenza, somatica e comportamentale,
delle risposte a fattori ambientali, cosicchè si possono
avere alternativamente reazioni psicologiche, fenomeni di
somatizzazione, risposte psicosomatiche integrate.
Le reazioni individuali sono dettate soprattutto dalla tipologia
psicologica del soggetto ma in ogni caso si possono delineare tre
tipi di risposta frequentemente osservate negli operatori sanitari:
- disordini comportamentali,
- disordini psicofisiologici,
- sindrome del burn out.
I disturbi
comportamentali comprendono l'abuso di alcool, il tabagismo ed un aumento
dei disturbi del comportamento alimentare (ipo o iperalimentazione).
Tra le reazioni psicofisiologiche si riscontrano più
frequentemente un aumento dei disturbi del sonno, un aumento dei sintomi
cardiovascolari connessi con i disordini d'ansia (palpitazioni,
ipertensione, dispnea, iperidrosi), una tensione muscolare generalizzata
connessa ad irrequietezza psicomotoria ed incapacità a rilassarsi.
Il burn out è una sindrome di esaurimento emotivo caratterizzata
da:
- sentimenti di insoddisfazione e di
incompetenza professionali;
- atteggiamenti apatici e depersonalizzati
nei confronti degli altri.
Il soggetto si
sente svuotato delle risorse emotive e personali che lo avevano guidato e
sostenuto nella scelta professionale e pervaso dalla sensazione di non
avere più niente da offrire.
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