![](imma/fdr_uvio.jpg) I raggi ultravioletti sono onde
elettromagnetiche a lunghezza d'onda compresa fra 400 e 200 nm e
rappresentano le onde non ionizzanti a minore lunghezza d'onda. Sono
presenti nello spettro solare e possono essere prodotte artificialmente
mediante arco voltaico ad elettrodi di carbonio o mediante lampade a
vapori di mercurio.
L' ozono assorbe l'energia prodotta da radiazioni di lunghezza d'onda
inferiore a 280 nm. Per questo motivo le radiazioni ultraviolette C,
ossia quelle che hanno lunghezza d'onda compresa tra 280 e 200 nm e che
risultano dannose per l'organismo, sono fermate dalla barriera naturale
dell'ozono stesso. L'attuale progressiva riduzione di questa barriera
potrà, in un futuro, configurare un ulteriore fattore di rischio
particolarmente per coloro che lavorano all'aperto e rendere necessario
sensibilizzare le popolazioni anche dal punto di vista non professionale
(esposizioni a scopo estetico).
In campo sanitario le radiazioni ultraviolette trovano applicazione nella
sterilizzazione (lampade germicide) e nella diagnostica e terapia.
La radiazione ultravioletta a corta lunghezza d'onda (prevalentemente a
254 nm) emessa da lampade a vapori di mercurio trova largo impiego nella
sterilizzazione dell'aria all'interno di ambienti confinati (sale operatorie,
ecc.), di liquidi e di superfici di materiali.
La sterilizzazione dell'aria in ambienti confinati rappresenta
l'applicazione fondamentale delle lampade germicide, consentendo di
ottenere risultati vantaggiosi anche nei casi in cui i risultati conseguiti
con i consueti metodi di disinfezione non risultano soddisfacenti.
La sterilizzazione dei liquidi è condizionata essenzialmente dalla natura
del liquido stesso, dalla sua capacità di trasmettere la radiazione UV a
250 nm, dall'assenza di particelle in sospensione in grado di schermare
gli agenti infettivi.
La sterilizzazione di superfici richiede radiazioni UV ad elevata
intensità ed a corta lunghezza d'onda. Per questo motivo viene utilizzata
un'installazione posta in prossimità della superficie da trattare, che
dovrebbe essere il meno rugosa possibile e priva di zone d'ombra.
In campo dignostico e terapeutico la radiazione ultravioletta è impiegata
soprattutto nel trattamento di patologie dermatologiche anche se il suo
impiego si estende in altre applicazioni quali la fototerapia dell'ittero
neonatale e l'odontoiatria. Le applicazioni dermatologiche comprendono
essenzialmente la fototerapia delle malattie cutanee, la
fotochemioterapia della psoriasi, la diagnosi delle fotodermatosi. Le
applicazioni in odontoiatria consistono essenzialmente nell'impiego di
radiazioni UV per polimerizzare resine con cui sigillare cavità o
ricostruire porzioni dentali mancanti.
Infine le radiazioni ultraviolette di particolare lunghezza d'onda
trovano impiego in laboratorio per apparecchiature diagnostiche
(fluorimetri, spettrofotometri).
L'effetto biologico sull'uomo è condizionato dal fatto che pur avendo
lunghezza d'onda discretamente piccola queste radiazioni hanno un potere
di penetrazione dei materiali biologici ridotto (alcuni decimi di
millimetro). Pertanto gli effetti dell'esposizione sono fondamentalmente
a carico della cute e dell'occhio con danni a breve e a lungo termine.
A livello cutaneo possono provocare eritema ed influenzare lo stato di
pigmentazione cutanea; per esposizioni intense e prolungate possono avere
anche attività oncogena con l'insorgenza di carcinomi basocellulari,
spinocellulari e di melanomi maligni; le bande di raggi ultravioletti
responsabili di questi effetti neoplastici hanno lunghezza d'onda
compresa tra 280 e 315 nm.
A livello oculare possono causare congiuntiviti e cheratiti; alcune bande
di raggi ultravioletti di lunghezza d'onda superiore a 295 nm possono,
attraverso la cornea, raggiungere il cristallino e provocare cataratta.
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