![](imma/pre_abla.jpg) Data la notevole tossicità degli antiblastici è
raccomandata una particolare accuratezza nella loro manipolazione e
nell'uso dei mezzi di protezione personali.
Manovre a rischio
La preparazione dei farmaci antiblastici presuppone l'esecuzione di
numerose procedure durante le quali si può verificare sia la formazione
di vapori e/o aerosol, sia la diffusione del preparato sotto forma di
gocce soprattutto durante le fasi di:
- apertura della fiala del farmaco,
- manovra di riempimento della siringa,
- espulsione dell'aria dalla siringa durante
il dosaggio del farmaco,
- rimozione dell'ago dai flaconcini dei
farmaci,
- trasferimento del farmaco nel flacone per
fleboclisi.
Durante la
somministrazione del farmaco le manovre più a rischio per l'operatore
sono:
- l'espulsione dell'aria della siringa prima
della somministrazione del farmaco,
- le perdite del farmaco a livello dei
raccordi della siringa e/o del deflussore e a livello della valvola
del filtro dell'aria.
Anche lo smaltimento
di questi farmaci e del materiale utilizzato per la loro preparazione
(guanti, camici, siringhe, ecc.) costituisce un'ulteriore fase di
possibile contaminazione non solo per i medici e gli infermieri ma anche
per il personale addetto ai servizi generali.
Particolare attenzione deve essere anche posta nei confronti degli
escreti dei pazienti trattati con antiblastici poichè possono contenere
alte concentrazioni di tali farmaci e rappresentare quindi un'ulteriore
fonte di esposizione durante le attività di assistenza. Generalmente le
più alte concentrazioni dei farmaci negli escreti si riscontrano in prima
e seconda giornata dopo la somministrazione (ad eccezione del cisplatino
che ha una emivita più lunga: circa 6-8 giorni).
Preparazione degli antiblastici![](ico/video.gif)
La preparazione degli antiblastici dovrebbe, il più possibile, essere
concentrata in un unica sede centralizzata.
La preparazione deve essere effettuata all'interno di cappe a flusso
laminare verticale (dall'alto verso il basso) posizionate in locali
appositamente destinati alla preparazione dei farmaci con un buon
ricambio d'aria naturale e senza transito e/o sosta di altro personale.
Tali apparecchiature devono essere sottoposte periodicamente (almeno una
volta all'anno) a revisione, in particolare per quanto riguarda i filtri,
da parte di personale tecnico qualificato.
In caso di preparazione decentrata l'esposizione del personale dovrebbe
risultare decisamente occasionale con la rigorosa adozione di corrette
norme procedurale e l'ausilio di adatti mezzi di protezione individuali.
Se in tale evenienza le operazioni di preparazione venissero effettuate
su un piano libero, i farmaci devono essere allestiti in un'area di
lavoro appartata, specificatamente designata a tale utilizzo, lontana da
fonti di calore o correnti d'aria. Inoltre, prima di iniziare le operazioni
di preparazione, si dovrebbe avere l'accortezza di rivestire il piano di
lavoro con un telo assorbente monouso impermeabilizzato sul retro per
ridurre in questo modo le possibilità di dispersione dei farmaci in caso
di una loro fuoriuscita accidentale.
L'operatore, per ridurre il rischio di contaminazione, deve indossare:
- camice,
- guanti,
- mascherina,
- occhiali,
- cuffia che contenga i capelli.
L'utilizzo
contemporaneo di tutti questi mezzi protezione è necessario qualora le
operazioni di preparazione vengano eseguite su piano libero; per le
preparazioni effettuate al di sotto di una cappa a flusso laminare è
sufficiente l'utilizzo del camice e dei guanti.
Per quanto riguarda i guanti questi devono essere di tipo monouso in
cloruro di polivinile (PVC) poichè alcuni farmaci antiblastici (mostarda
azotata) sono in grado di penetrare sia attraverso i guanti in lattice
che attraverso quelli di polietilene; in caso di contatto continuativo
con antiblastici, i guanti vanno sostituiti ogni 30 minuti. Naturalmente
prima di indossare i guanti e soprattutto dopo averli rimossi, è
necessario procedere a un accurato lavaggio delle mani con acqua e
sapone, in quanto già all'origine questi possono presentare delle
imperfezione che consentono il passaggio dei farmaci.
Procedure consigliate per la preparazione degli antiblastici
Nella preparazione di farmaci antiblastici liofilizzati contenuti in
flaconcini con tappo di gomma perforabile ci si deve attenere alle
seguenti indicazioni:
- Aprire la fiala del solvente avvolgendo
una garza sterile attorno al collo della fiala stessa.
- Aspirare il contenuto della fiala di
solvente secondo le modalità consuete.
- Perforare il tappo di gomma del
flaconcino, contenente il farmaco liofilizzato, con una siringa da
insulina da 1 ml, completa di ago e priva di stantuffo, che va
posizionata sul margine esterno del tappo di gomma allo scopo di
creare un sistema a valvola che impedisca il verificarsi di un
aumento di pressione all'interno del flaconcino all'atto
dell'introduzione del solvente; tale incremento di pressione
potrebbe comportare il distacco dell'ago dalla siringa o la
fuoriuscita di liquido dal flaconcino all'atto dell'estrazione
dell'ago.
- Introdurre il solvente nel flaconcino
perforando la parte centrale della membrana in gomma, dirigendo il
diluente sulle pareti del flaconcino per garantire che tutta la
polvere sia bagnata prima di agitarla.
- Rimuovere dal flacone la siringa e l'ago
usati per introdurre il solvente lasciando in situ la siringa da
insulina.
- Aspirare il farmaco diluito mantenendo in
situ la siringa da insulina e senza introdurre aria nel flacone;
dopo l'aspirazione della quantità di farmaco desiderata, rimuovere
dal flaconcino la siringa con l'ago innestato quindi procedere alla
espulsione di eventuali residui d'aria presenti nella siringa
posizionando una garza sterile all'estremità superiore dell'ago onde
evitare la contaminazione dell'operatore in caso di fuoriuscita
accidentale del farmaco.
- Al termine della preparazione il flaconcino
del farmaco con la siringa da insulina deve essere riposto in un
contenitore rigido con chiusura ermetica non reversibile ed avviato
allo smaltimento come rifiuto ospedaliero speciale.
- Durante la somministrazione del farmaco è
necessario posizionare un telino impermeabile di protezione sotto il
braccio del paziente per evitare spandimenti del farmaco sulla
biancheria del letto.
La preparazione dei
farmaci contenuti in fiale deve essere attuata secondo le modalità sotto
indicate:
- Apertura delle fiale contenenti il farmaco
dopo aver verificato che non sia rimasto del liquido nella loro
parte superiore e avvolgendo il collo della fiala con una garza
sterile sino alla linea di segnalazione del punto di rottura; tale
accorgimento consente di contenere le dispersioni del farmaco sotto
forma di aerosol all'atto dell'apertura della fiala ed evita
all'operatore il rischio di ferite da taglio.
- Aspirare il farmaco contenuto nella fiala
secondo le modalità consuete.
- Espellere l'aria dalla siringa proteggendo
l'ago con una garza sterile per evitare contaminazioni dovute a
fuoriuscita accidentale di farmaco.
Nella preparazione
delle fleboclisi attenersi alle seguenti indicazioni:
- Introdurre il farmaco nel flacone della
fleboclisi perforando con l'ago della siringa la parte centrale
della membrana del tappo; nel rimuovere la siringa dal flacone della
fleboclisi, proteggere il punto di fuoriuscita dell'ago con una
garza onde evitare spandimenti.
- La siringa utilizzata per l'introduzione
del farmaco nella fleboclisi deve essere immediatamente smaltita con
l'ago innestato negli appositi contenitori rigidi a chiusura non
reversibile per rifiuti ospedalieri speciali.
- Procedere al riempimento del tubo di
collegamento come di consueto; per evitare la fuoriuscita del
farmaco utilizzare deflussori che impediscano il gocciolamento delle
soluzioni e proteggere con una garza sterile l'estremità del tubo.
- Proteggere i farmaci fotosensibili
contenuti in fleboclisi con un involucro protettivo in stoffa o in
foglio di alluminio da mantenersi durante la somministrazione.
- In caso di somministrazione del farmaco a
un paziente disorientato e/o scarsamente collaborante, per evitare
rischi da autoinoculazione accidentale, è meglio giovarsi
dell'ausilio di un altro operatore.
Smaltimento del materiale
utilizzato per la preparazione
- Una volta terminata la preparazione del
farmaco, occorre ripulire la parte interna della cappa con alcool al
70% e con un panno carta monouso.
- Nel riordino del materiale usato per la
terapia occorre sempre usare guanti in PVC.
- Tutto il materiale utilizzato (siringhe
sempre con l'ago innestato, fiale, deflussori, guanti, garze,
cotone, ecc.) deve essere riposto in opportune scatole di cartone
contrassegnate come rifiuti ospedalieri speciali.
- I piani di lavoro, i pavimenti e le
superfici esposti alla contaminazione vanno lavate, al termine delle
operazioni, con una soluzione di ipoclorito di sodio al 10%.
Regole
comportamentali generali per il personale
È vietato:
- l'accesso alla zona di preparazione dei
farmaci antiblastici al personale non autorizzato;
- l'uso di cosmetici nelle zone di lavoro:
questi infatti, se contaminati, possono costituire una fonte di
esposizione prolungata;
- mangiare, bere, masticare chewing-gum,
fumare e conservare cibo nelle zone dove si manipolano sostanze
citotossiche;
- indossare gli indumenti di protezione
fuori dalle zone di lavoro.
Sorveglianza
sanitaria del personale
Gli operatori addetti alla preparazione e alla somministrazione dei
farmaci antiblastici devono essere sottoposti a periodiche visite mediche
di controllo.
Queste visite periodiche hanno lo scopo di sorvegliare le condizioni
generali di salute del personale addetto alla manipolazione o alla
somministrazione di farmaci antiblastici al fine di rilevarne, il più
precocemente possibile, l'eventuale comparsa di danni biologici.
In anamnesi lavorativa andrà annotata la quantità media di farmaci
manipolati, la durata media di esposizione, eventuali episodi di
contaminazioni accidentali, ferite e punture da aghi durante il lavoro.
Non esistono al momento attuale metodiche di indagine routinarie
sufficientemente specifiche per il monitoraggio periodico degli esposti.
Alcune modalità di indagine che consentono di evidenziare la presenza di
eventuali danni genotossici (valutazione degli scambi tra cromatidi
fratelli, valutazione della frequenza di aberrazioni cromosomiche,
rilevazione della frequenza di micronuclei), pur dotate di alta
sensibilità sono aspecifiche e risultano di lunga e complessa esecuzione.
I test che valutano l'entità del potere mutageno delle urine degli
esposti risultano non sufficientemente specifici in quanto influenzati
notevolmente da fattori dietetici, ambientali e abitudine di vita (es. il
fumo).
Qualora si renda necessario un monitoraggio dell'assorbimento degli
antiblastici negli esposti può essere utilizzato il metodo del dosaggio
del farmaco nelle urine.
Nel corso della gravidanza le lavoratrici non devono essere adibite a
mansioni che comportino l'esposizione a farmaci antiblastici, specialmente
nei primi 3 mesi.
Pur non essendo ancora documentato il passaggio delle sostanze
citotossiche nel latte materno, a scopo precauzionale, è opportuno non
adibire alla manipolazione di sostanze citotossiche le lavoratrici in
allattamento.
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