[Rischi lavorativi in ambiente sanitario]




     

Agenti allergizzanti


La prevenzione del rischio allergologico in ambiente sanitario comprende provvedimenti di prevenzione primaria sull'ambiente di lavoro e misure di prevenzione secondaria sull'uomo.
Le misure di prevenzione primaria relative alle dermatiti da contatto consistono nell'adozione di comportamenti corretti che minimizzino i fattori favorenti la sensibilizzazione e nell'uso di guanti il più possibile ipoallergenici.
Per quanto riguarda i comportamenti deve essere evitato l'uso di detergenti-antisettici a pH non fisiologico e ad azione irritante, in quanto l'irritazione della cute favorisce l'insorgenza di sensibilizzazione; devono essere inoltre evitate le manovre di eccessiva detersione e strofinio delle mani e degli avambracci che ledono l'integrità del film idrolipidico cutaneo che rappresenta una barriera essenziale per ridurre il passaggio di allergeni agli strati cutanei più profondi.
L'uso di guanti ipoallergenici è di difficile attuazione poichè nessuno dei tipi di guanti attualmente esistenti in commercio sembra completamente privo di rischio allergizzante.
Le misure di prevenzione primaria riguardanti le patologie respiratorie di tipo allergico costituiscono un problema recente e sono ancora allo studio provvedimenti efficaci in tal senso.
Per quanto riguarda invece le misure di prevenzione secondaria esse sono essenzialmente rivolte all'identificazione dei soggetti a rischio più elevato di sensibilizzazione come gli atopici o i portatori di dermatiti allergiche di altra natura.
Infine è necessario adottare opportuni programmi per il personale sanitario riguardo il rischio di sensibilizzazione a latice. Infatti, nel caso di sensibilizzazione a latice oltre all'allontanamento di tale allergene dall'ambiente di lavoro, è necessario che l'individuo adotti anche alcune pratiche di comportamento extralavorativo atte ad evitare il contatto con manufatti in latice. È importante che questa allergia venga segnalata ai sanitari nel caso di interventi chirurgici o anche di pratiche diagnostiche più semplici (visite ginecologiche o interventi odontoiatrici). Inoltre è necessario che questi soggetti evitino l'assunzione di alimenti dotati di reattività crociata con il latice, quali banane, kiwi, castagne, nocciole e avocados.




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