![](imma/pre_medi.jpg) Per quanto riguarda i farmaci responsabili
delle sindromi allergiche l’unica prevenzione valida possibile è quella
di allontanare il soggetto dalla sostanza in questione se non è possibile
la sostituzione di questa. In merito agli effetti "iatrogeni",
poichè le principali vie di assorbimento di farmaci in soggetti
professionalmente addetti alla loro manipolazione sono quella
respiratoria (inalazione di aerosol) e quella cutanea, è necessario che
la prevenzione sia indirizzata principalmente ad evitare il contatto del
farmaco con gli apparati respiratorio e cutaneo sia nella fase di
preparazione che in quella di somministrazione ed eliminazione del
materiale usato. Particolare attenzione va quindi posta nel maneggiare
fiale, usare aghi per estrarre la sostanza dal flacone e per
somministrarla al paziente e in caso di aerosol-terapia; inoltre è
necessario usare guanti (in polivinilcloruro) sia nella preparazione dei
farmaci che nella loro applicazione per via topica. Di estrema importanza
sono l’eliminazione del materiale usato (aghi, siringhe) e la pulizia dei
piani di lavoro e dei carrelli porta-farmaci.
Un discorso a parte merita la preparazione dei farmaci antineoplastici.
In particolare i farmaci somministrati per infusione devono essere
preparati sotto apposita cappa a flusso laminare verticale su un piano di
lavoro ricoperto da carta assorbente e in locale appositamente
attrezzato. L’operatore, da parte sua, deve:
(i) indossare camici di tipo chirurgico, preferibilmente a perdere,
(ii) utilizzare guanti in polivinilcloruro (alcuni antiblastici
attraversano infatti i guanti in latice) dopo accurato lavaggio delle
mani,
(iii) indossare mascherine a copertura di naso e bocca.
Vanno sempre seguite le istruzioni allegate al farmaco, con particolari
precauzioni nel maneggiare fiale e fleboclisi (uso di siringhe e
deflussori sicuri). Alla fine delle operazioni tutto il materiale usato
va quindi riposto in appositi contenitori di cartone da avviare
all’incenerimento.
È opportuno che gli operatori addetti alla manipolazione dei farmaci
antiblastici siano sottoposti a sorveglianza sanitaria con visite
cliniche annuali completate da eventuali accertamenti di laboratorio
(esame emocromocitometrico, funzionalità epatica, test di coagulazione).
I test di genotossicità e mutagenicità (aberrazioni cromosomiche, scambio
tra cromatidi fratelli, potere mutageno delle urine), pur dotati di alta
sensibilità, sono aspecifici (il consumo di tabacco può condizionare la
risposta del test) e difficilmente applicabili su larga scala. È da
sottolineare infine la necessità che il personale addetto alla
manipolazione di antiblastici venga adeguatamente istruito all’uso degli
stessi mediante corsi di aggiornamento, mentre è compito della direzione
sanitaria fare sì che vengano osservate le norme di igiene del lavoro e
l’adozione dei mezzi di protezione individuale.
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