![](imma/pre_rbio.jpg) Le principali misure atte a prevenire il
rischio di infezioni riguardano l'ambiente di lavoro, la strumentazione e
l'operatore.
Il laboratorio diagnostico deve essere bonificato mediante accurata
detersione e disinfezione (ad esempio con una soluzione di ipoclorito di
sodio all'1%) che deve riguardare soprattutto i posti di lavoro.
È buona norma quella di provvedere alla disinfezione notturna dei locali
mediante raggi ultravioletti. Per quanto riguarda la strumentazione è
consigliabile l'utilizzo di materiali a perdere che, dopo l’uso, devono
essere riposti in contenitori rigidi da avviare rapidamente alla
sterilizzazione.
Si raccomanda inoltre l’utilizzo di pipette automatiche che riducono la
formazione di aerosol e di cappe a flusso laminare, specialmente quando
si lavora con materiali patologici contaminati da Mycobacterium
tubercolosis. Anche le centrifughe possono rappresentare un ricettacolo
di germi e devono quindi essere periodicamente bonificate con
disinfettanti compatibili.
La protezione personale del lavoratore è basata sull’impiego di camici,
guanti ed eventualmente mascherine. L’operatore deve inoltre segnalare al
responsabile del laboratorio ogni esposizione accidentale ed ogni
incidente. Buona norma infine è quella di sottoporsi a vaccinazione (ad
esempio nei confronti dell'epatite B e dell'ileotifo) in quanto queste
vaccinazioni conferiscono un buon grado di protezione.
Per quanto riguarda la normativa vigente in ordine alla sicurezza ed alla
salute per la protezione da agenti biologici, si deve fare riferimento al
decreto legislativo n. 626 del 19 settembre 1994.
La normativa prevede, tra l’altro, l’obbligo del datore di lavoro di
procedere alla valutazione del rischio e di adottare le relative misure
preventive previste.
Gli addetti a lavorazioni a rischio biologico devono essere sottoposti a
sorveglianza sanitaria.
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