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Contaminazione

- Presenza certa di contaminazione: ambienti in depressione

Nel caso di trattamento di sostanze pericolose (agenti tossici, patogeni, radioattivi ecc.) l’ambiente deve essere mantenuto in depressione rispetto a quelli circostanti per prevenirne la diffusione. Caso tipico di queste applicazioni sono i laboratori BSL3.

Il trattamento deve quindi avvenire con tutta aria esterna e le macchine devono essere dotate di due ventilatori, uno di mandata e uno di ripresa ed espulsione, entrambi a portata variabile tramite inverter.

La macchina deve inoltre essere a perfetta tenuta d’aria, classificata come classe “B”, la più rigorosa definita nella Norma EN1886. L’impianto e le macchine devono essere in grado di resistere a sterilizzazioni anche molto frequenti.



- Sostanze innocue: ambienti in sovrappressione

Per queste applicazioni il funzionamento è soprattutto in ricircolo.
Non è quindi necessario avere la sezione ventilante di ripresa ed espulsione, perciò la macchina è dotata solo di quella di mandata che gestisce la sovrappressione necessaria mediante un limitato apporto d’aria esterna (normalmente intorno al 5%, mai in ogni caso più del 20%) che comunque è sempre in grado di soddisfare le esigenze di ricambio dovute alla presenza di operatori.

Se la sala controllata è di piccole dimensioni, è sufficiente una sola macchina che tratta una miscela d’aria esterna e di ricircolo.

In questo caso la macchina avrà tutti i componenti per il trattamento completo (accessori).

Invece, quando la sala controllata è di una certa grandezza, si utilizzano più unità: una che tratta l’aria esterna e gestisce la sovrappressione, quindi con tutti i componenti necessari e dimensionati per questa applicazione, e le altre, collegate tra loro in rete locale, esclusivamente per l’aria di ricircolo.

Queste ultime sono normalmente equipaggiate solo di batteria raffreddante perché gli altri trattamenti: umidificazione, deumidificazione e riscaldamento, sono affidati a quella per l’aria esterna.

A parità di portata, a seconda della quantità percentuale di aria esterna, si determina quindi l’esigenza di avere potenze frigorifere ben diverse.