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Norme

Esaminiamo quello che richiedono le nuove Linee Guida dell’ISPESL confrontandole con le principali Norme europee e, in particolare, con la Norma DIN 1946, in quanto completa di una serie di istruzioni operative tali da permettere un’efficace progettazione del blocco operatorio.

- Portata: minimo 15 ricambi ora con aria esterna (senza ricircolo).
In una nota aggiuntiva le Linee Guida finalmente ufficializzano in Italia la possibilità di ricircolo, limitandola ad ambienti in flusso unidirezionale (ortopedia ecc.) e precisando che oltre i 15 ricambi ora, che devono comunque essere di aria esterna, esso è permesso. Non viene precisato, comunque riteniamo opportuno evidenziarlo in quanto altre Norme europee lo fanno, che anche la quota di aria ricircolata deve passare attraverso i filtri ad alta efficienza o quelli assoluti.

La Norma DIN 1946 parte 4 consente il ricircolo anche per portate più basse di aria esterna precisando però che esso è possibile solo a tre condizioni:

  • che l’aria ricircolata derivi dalla stessa sala; non è infatti accettabile il ricircolo tra sale diverse,

  • che l’aria ricircolata abbia lo stesso trattamento di filtrazione dell’aria esterna,

  • che in ogni caso il volume minimo di aria esterna sia di 1.200 m3/h.

    - Filtrazione dell'aria: efficienza 99,97% senza però precisare la necessità di prefiltrazione peraltro chiaramente stabilita dalla UNI 10339.

    La Norma DIN prevede che a monte dell’unità di trattamento venga installato un filtro almeno di efficienza F5, immediatamente a valle di essa, all’imbocco dei canali di mandata verso la sala chirurgica un filtro almeno F7 e un filtro assoluto almeno H12 il più vicino alla sala, meglio se direttamente sopra al lettino operatorio.

    E’ interessante la consuetudine di installare un doppio filtro assoluto, uno in ambiente per soddisfare la Norma e l'altro all'imbocco dei canali per tenerli puliti evitando che una perdita da essi (sono in notevole sovrappressione, sino a 600 Pa) possa far arrivare in sala chirurgica, tramite il controsoffitto, aria non perfettamente sterile. Si riduce così al minimo la manutenzione dei filtri nella sala.

    - Pressione differenziale verso ambienti limitrofi: le Linee Guida prevedono solo sovrappressione senza apparentemente autorizzare quella che è la diffusa consuetudine, ovviamente con le dovute precauzioni impiantistiche, di operare in depressione in caso di pazienti settici. Questa funzione è talmente importante che alcune Norme (Belgio) prevedono l’installazione in sala chirurgica di un pulsante di emergenza a fungo che faccia passare rapidamente la macchina da funzionamento in sovrappressione a depressione.

    - Viene enfatizzato il concetto di stand-by notturno degli impianti per il risparmio energetico, senza però fornire indicazioni operative su come effettuarlo. Viene solo richiesta la riduzione della portata. Anche in questo caso la Norma DIN dà indicazioni più complete. Indica infatti che la portata può scendere a un terzo di quella nominale, purché comunque sempre maggiore di 1200 m3/h. Autorizza inoltre a lasciar fluttuare la temperatura e l’umidità entro ampi parametri, in quanto lavorando con tutta aria esterna è rapidissimo riprendere le condizioni volute. L’introduzione del concetto di stand by notturno porta a una considerazione fondamentale e cioè che le macchine dedicate al condizionamento delle sale chirurgiche non devono mai essere fermate. Le Linee Guida avrebbero dovuto evidenziare tale concetto; sono infatti innumerevoli le sale chirurgiche ove è consuetudine spegnere completamente gli impianti durante i periodi di inattività notturna.