Note legali - Ospedalesicuro.eu 
 
  Approfondimento
Cliccare qui per tornare alla pagina precedente

Virus B dell'epatite

L'epatite B è causata da un virus a DNA che è stato identificato come una particella sferica (particella D), del diametro di 42 nm, con un capside isometrico, un genoma formato da DNA bicatenario a struttura circolare ed un involucro pericapsidico di origine cellulare.
Il virus dell'epatite B (HBV) è un patogeno molto resistente a temperatura ambiente (6 mesi), al freddo (sotto i 20°C per diversi anni), al caldo (a 60°C per 4 ore), all'irradiazione con ultravioletti.
Viene inattivato dalle alte temperature (121°C) e con trattamento in stufa e in autoclave.
Tale virus è altamente infettante, si stima che sia 100 volte più infettante del virus HIV.
Il virus è presente in tutte le secrezioni e liquidi corporei (sangue, saliva, sperma, secrezioni vaginali, urina).
Le principali vie di trasmissione del virus sono:

- via parenterale o percutanea: punture, tagli, trasfusioni, emoderivati;
- via sessuale: lesioni mucose genitali, lesioni mucosa orale;
- via verticale: materno-fetale;
- via perinatale: commistione di sangue al momento del parto.

In ambiente sanitario la trasmissione dell'HBV può avvenire mediante puntura percutanea accidentale con ago o strumento tagliente contaminato, per contatto con sangue infetto attraverso soluzioni di continuità della cute, attraverso la contaminazione di membrane mucose.

Una volta contratta l'infezione, circa il 90% dei soggetti infetti guarisce completamente, il 5-10% diventa portatore cronico del virus e, tra questi, il 20-25% sviluppa un'epatite cronica attiva che può evolvere in cirrosi epatica e carcinoma epatocellulare.
Circa lo 0,5-1% dei soggetti sviluppa l'epatite acuta fulminante in genere a decorso fatale.
Il rischio di contrarre l'HBV in seguito a singola esposizione accidentale è stimato tra il 2 e il 40% a seconda dello stato HBeAg positivo o negativo del paziente fonte.


Virus C dell'epatite

Il virus dell'epatite C (HCV) è un virus a RNA a bassa attività di replicazione che comporta nel soggetto infetto bassi livelli sierici ed epatici sia di antigeni virus-correlati, sia di copie genomiche.
La principale via di trasmissione dell'HCV è la via parenterale. Altre vie di trasmissione, anche se particolarmente non efficienti sono la via perinatale e quella sessuale.

Il rischio definito per una singola esposizione è compreso tra il 3 e il 10%.
Il periodo di incubazione della malattia è estremamente variabile, compreso tra 2 e 30 settimane con un quadro per lo più asintomatico, ma di solito con la presenza di un innalzamento dei livelli serici delle ALT fino a 2-3 volte il valore normale.
Una volta contratta l'infezione, il decorso clinico dell'epatite C è molto variabile.
Più del 50% dei pazienti con epatite acuta post-trasfusionale svilupperà una forma cronica e tra questi nel 25% dei casi si avrà un'evoluzione in cirrosi epatica.
Alcuni pazienti con l'epatite cronica presenteranno un decorso clinico progressivo con lo sviluppo di cirrosi ed insufficienza epatica, mentre altri soggetti presenteranno un'evoluzione più lenta con minime manifestazioni cliniche.
La cirrosi epatica correlata all'epatite C sembra avere un decorso benigno rispetto a quello della cirrosi alcolica con un lungo intervallo prima della comparsa delle complicanze.
Tuttavia nei soggetti con infezione cronica da HCV e cirrosi si può verificare lo sviluppo di un carcinoma epatocellulare.