RISCHIO BIOLOGICO
Stima del rischio di contrarre l'epatite
B, C o l’AIDS a seguito di esposizione professionale
Epatite B
Sono state prodotte stime di rischio d’infezione
notevolmente difformi che vanno dal 6% al 30%; in pratica ciò significa che
secondo certi studiosi un operatore sanitario che avesse sempre a che fare
con pazienti certamente infettanti svilupperebbe un’infezione ogni 15 contatti
col sangue dei pazienti (stima del 6%) oppure ogni 3 contatti (stima del 30%).
Considerando che non tutti i pazienti sono in realtà infettanti, in
quanto si stima che solo tra l’1.5% ed il 3% degli italiani sia portatore
del virus dell’epatite B (HBV), il rischio effettivo d’infezione dopo un contatto
con sangue risulta più basso di circa 50 volte.
Ciò significa che si rischierebbe
un caso di infezione da HBV ogni 750 contatti con
sangue dei pazienti secondo le stime più rassicuranti, o ogni 150 secondo
le più pessimiste.
A completare il quadro si ricorda che per i soggetti vaccinati
il rischio d’infezione è praticamente azzerato.
Epatite C
Le stime di rischio d’infezione oscillano
in un ambito più ristretto, tra il 2% ed il 10%; avendo a che fare sempre con
pazienti certamente infettanti un operatore sanitario svilupperebbe un’infezione ogni 50 contatti
con sangue (stima del 2%) oppure ogni 10 (stima del 10%).
In Italia i portatori
del virus dell’epatite C (HCV) sono anch’essi stimati tra l’1.5% ed il 3% di tutta la popolazione.
Procedendo in analogia
a quanto si è sopra esposto per l’epatite B, il reale rischio d’infezione
per gli operatori sanitari a seguito di contatti col sangue dei pazienti sarebbe
pertanto di un caso d’infezione ogni 2500 contatti secondo le stime più ottimistiche
ed ogni 500 secondo le più pessimistiche.
AIDS
Si stima un rischio d’infezione tra lo 0.3% e lo 0.1%
a seconda della modalità di contatto col sangue (il valore più basso è quello
riferito al contatto attraverso le mucose oculari, della bocca e del naso);
nell’ipotesi che tutti i pazienti siano infettanti si avrebbe un caso d’infezione
ogni 300 contatti con sangue, oppure ogni 1.000 se il contatto è per via mucosa.
Poichè la diffusione del virus dell’AIDS (HIV) è stimata attorno al 2
per mille nella popolazione italiana i valori precedenti
vanno moltiplicati per 500.
Il reale rischio d’infezione da HIV per gli operatori
sanitari sarebbe pertanto di un caso ogni 150.000 contatti col sangue dei
pazienti che diviene un caso ogni 500.000 se i contatti avvengono per via
mucosa.
Negli USA i casi di sieroconversione documentata da HIV in operatori sanitari al 1994 sono 39 (fonte
CDC).
|