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  impianti di distribuzione acqua

 
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Generalità

Sicurezza in ambiente ospedaliero relativamente ai sistemi idrici esistenti

Di seguito si riporta un semplice schema che illustra la ripartizione e l’ utilizzazione dell’acqua:



ACQUA FREDDA POTABILE

L’acqua fredda potabile prende origine da due diverse fonti di approvvigionamento:

- pozzo privato,

- acquedotto comunale.

Ciò che stabilisce la potabilità di un’acqua è la concentrazione di particolari elementi chimici naturalmente presenti nell’acqua (sali minerali, solidi totali disciolti, ammoniaca, sostanze organiche) e la totale assenza di sostanze chimiche pericolose (metalli pesanti) e microbiologiche tossiche (batteri, virus…).

A definire i limiti di queste concentrazioni è la normativa vigente Dpr 236/88 inerente la qualità dell’acqua destinata al consumo umano.

La responsabilità civile connessa con la qualità di tali acque ricade sull’ente erogatore soltanto fino all’entrata del collettore di distribuzione dell’ospedale. Da quel punto in poi, la responsabilità diventa interna all’ospedale, poichè l’acqua potrebbe essere inquinata nella rete interna allo stabilimento.

PERICOLI E RISCHI

In generale, i rischi connessi con i comparti impiantistici idrici sono classificabili in due tipologie:

1. rischi chimico-fisici: contenuto e tipologia dei sali, dei prodotti organici o contaminanti vari, particolato solido (sabbie, fanghi, ossidi di ferro, solidi sospesi), quando questi superano i limiti previsti dalla normativa vigente,

2. rischi biologici: presenza nell’acqua di batteri, virus, alghae, amoebae, funghi e spore eventualmente presenti nelle acque di approvvigionamento o acque tecnologiche, che trovano nei comparti impiantistici un habitat favorevole alla loro sopravvivenza e proliferazione.



I pericoli e rischi strettamente connessi con la potabilità a livello chimico e microbiologico dipendono dalla tipologia e concentrazione degli elementi presenti.

ACQUA CALDA SANITARIA

L’acqua calda sanitaria è una porzione dell’acqua fredda potabile che viene, attraverso scambiatori di calore, portata alla temperatura di almeno 45 °C all’utenza (rubinetti, docce…) e distribuita nella rete per gli utilizzi sanitari. Considerando che la tipologia del circuito e le condizioni operative (pH, temperatura, umidità, presenza di elementi organici-inorganici, ristagni d’acqua ecc..) sono tali da poter favorire la crescita microbiologica, si può rendere necessario il trattamento dell’acqua con elementi deputati a mantenere sotto controllo la crescita di microrganismi. (v. acqua di ricircolo)
La tipologia di trattamento deve essere tale da rispettare le condizioni di potabilità dell’acqua ed evitare critici effetti di corrosione e danneggiamento delle tubazioni.

PERICOLI E RISCHI

Questo tipo di circuito, specialmente in ambito ospedaliero dove sono presenti individui con difese immunitarie compromesse, insieme agli impianti di condizionamento e raffreddamento (torri evaporative), è uno dei presidi impiantistici maggiormente a rischio microbiologico, per esempio per la proliferazione del batterio della Legionella, che trova nell’acqua calda il proprio habitat naturale e sulle tubazioni le condizioni favorevoli per al suo sviluppo (incrostazioni, biofilm).



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