Pericoli e rischi
Con l’aumento del numero e della complessità
delle apparecchiature ospedaliere sono aumentati anche i problemi e le attenzioni
che ad esse bisogna porre per un utilizzo sicuro ed efficiente. Molte apparecchiature
entrano infatti in contatto con il corpo umano superandone barriere fisiologiche,
in questo modo la corrente elettrica diventa pericolosa a livelli considerevolmente più
bassi di quelli previsti per le apparecchiature elettriche di uso comune.
La sicurezza elettrica nei locali ad uso medico assume valore
rilevate in relazione a:
-
condizione di debolezza e passività del paziente,
-
importanza vitale, degli apparecchi elettromedicali
con i quali egli può trovarsi "direttamente" in contatto,
-
eventuale utilizzo, nel locale, di ossigeno o di
prodotti suscettibili a formare miscele esplosive.
La particolare attenzione
che gli operatori devono porre durante l'utilizzo degli apparecchi stessi
e dell'impianto elettrico in generale.
Si rendono quindi necessarie prescrizioni particolari che garantiscano il
più elevato grado di sicurezza possibile, sia per quanto riguarda l'impianto
elettrico utilizzatore, sia per quanto concerne gli apparecchi elettromedicali
ed il loro corretto uso.
Gli apparecchi elettrici utilizzati nella pratica medica possono introdurre
pericoli dovuti a:
-
energie o sostanze erogate durante il funzionamento normale dell’apparecchiatura,
-
energie o sostanze erogate in caso di primo guasto, di
utilizzo scorretto, di errori umani,
-
Non funzionamento nel caso in cui:
- l’apparecchio serva per il sostentamento di funzioni
vitali del paziente,
- la natura degli esami o trattamenti non permetta
l’interruzione o la ripetizione.
Il fattore di rischio,
connesso all’utilizzo delle apparecchiature elettromedicali, preso in considerazione
riguarda l’elettrocuzione,
si rimandano ad altre monografie i rischi derivanti dall’utilizzo di particolare apparecchiature biomedicali
(apparecchi, ad esempio, che emettono radiazioni
ionizzanti o radiazioni non ionizzanti).
Affinché l’elettricità produca un effetto fisiologico rilevante, il corpo
deve diventare parte di un circuito elettrico chiuso nel quale la corrente
entra da una parte del corpo e ne esce da un’altra; l’entità dell’effetto dipende dall’intensità
della corrente e non direttamente dalla tensione applicata.
A parità di sorgente elettrica, l’intensità di corrente circolante nel corpo del soggetto dipende prevalentemente
dalla resistenza globale offerta dal soggetto (impedenza
del corpo più quella delle due interfacce tra le due aree di contatto) o dalla
resistenza del circuito con cui avviene il contatto tra soggetto e sorgente.
Se quest’ultima ha un valore molto
più elevato di quella del soggetto la corrente circolante nel soggetto
risulta praticamente indipendente dall’impedenza da esso offerta; se essa
ha invece un valore molto basso, la corrente circolante è funzione inversa
dell’impedenza offerta dal soggetto. In ogni caso intermedio ambedue le resistenze
influiscono in misura più o meno rilevante sull’intensità della corrente.
Tra i fattori che influenzano la pericolosità dello stimolo elettrico
vi sono:
-
intensità della corrente,
-
-
-
frequenza della
corrente,
-
durata del contatto,
-
la costituzione dell’individuo,
-
l’istante di applicazione rapportato al ciclo
cardiaco,
-
tragitto percorso dalla corrente nel passaggio attraverso il corpo.
Tutti questi fattori contribuiscono a determinare
la resistenza complessiva che si oppone alla corrente fluente attraverso il
corpo umano e di cui solo una parte interessa il cuore. Non è possibile valutare
quanto vale la frazione per cui ci si deve riferire
ai valori totali della corrente.
Il pericolo connesso al contatto indiretto deriva dal fatto che parti previste per essere toccate
durante l’attività, ritenute quindi sicure elettricamente, possono presentare
tensioni pericolose a causa di guasti o riduzione dell’isolamento o a causa
di valori eccessivi di correnti di dispersione.
Il pericolo connesso al contatto diretto deriva dal fatto che un guasto ha reso accessibili parti
elettriche normalmente in tensione e non raggiungibili in condizioni di
utilizzo normale ( es. rottura di un involucro di protezione).
Il rischio di elettrocuzione in ambito sanitario, si distingue in:
Macroshock: passaggio attraverso la cute di correnti elettriche
provenienti da apparecchiature elettromedicali
Microshock: correnti elettriche di minime intensità vengono
condotte all’interno del corpo umano da sonde, cateteri, elettrodi dotati
di proprietà conduttrici.
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