Note legali - Ospedalesicuro.eu 
 
   Esperienze:

   Monitoraggio ambientale e biologico dell’esposizione a sevoflurano in sala operatoria

Introduzione

Il sevoflurano è un anestetico alogenato di recente introduzione nelle sale operatorie che viene utilizzato, per lo più in associazione con il protossido d’azoto (N2O), per l’induzione e il mantenimento dell’anestesia generale per via inalatoria.

Il suo basso coefficiente di ripartizione sangue/gas permette un migliore controllo dell’anestesia e maggiore rapidità di induzione e risveglio.

Il sevoflurano viene metabolizzato dal citocromo P450 2E1, con formazione dell’esafluoroisopropanolo (HFIP) e di fluoruri inorganici.

Scopo del lavoro è stato quello di mettere a confronto, per questo nuovo anestetico, diverse metodiche di monitoraggio ambientale e biologico, al fine di identificare quelle più idonee per la valutazione dell’inquinamento delle sale operatorie e dell’esposizione del personale.


Materiali e Metodi

Per la determinazione degli anestetici in aria, N2O e sevoflurano, sono stati eseguiti in diverse sale operatorie campionamenti in posizione fissa utilizzando l’analizzatore fotoacustico Monitor Type 1302 della Brüel & Kjær e un dosimetro a diffusione radiale (Radiello) posti nella stessa posizione al fine di valutare la corrispondenza dei valori ottenuti con le due tecniche di misura.

La valutazione dell’esposizione delle singole figure professionali è stata condotta con campionamenti personali (Radiello).
L’analisi è stata eseguita con il metodo dello spazio di testa in gascromatografia associata a spettrometria di massa. Al termine di ogni seduta operatoria è stato inoltre raccolto un campione d’urina per ciascun operatore per la determinazione del N2O e del sevoflurano tal quali nelle urine, e dei metaboliti del sevoflurano (fluoruri e HFIP).

L’analisi per la ricerca dei gas anestetici tal quali è stata condotta con il metodo dello spazio di testa in gascromatografia associata a spettrometria di massa; quella dei fluoruri con PhMetro B 2500 e sonda specifica per i fluoruri.
L’HFIP è stato analizzato, dopo idrolisi enzimatica con ßglucuronidasi, con la tecnica dello spazio di testa in gascromatografia con rivelatore FID.


Risultati e Discussione
I dati del monitoraggio ambientale in posizione fissa (19 punti per N2O e 15 per sevoflurano) hanno evidenziato una buona sovrapponibilità dei risultati ottenuti con le due diverse metodiche, con coefficienti di correlazione rispettivamente pari a 0.94 e 0.95. Questi risultati dimostrano la buona affidabilità del campionatore Radiello anche per il sevoflurano, confermando quanto già precedentemente evidenziato per N2O e isofluorano (1).

Per il sevoflurano è tuttavia necessario fare attenzione alla conservazione del Radiello: da una serie di prove effettuate è infatti emerso che la cartuccia deve essere analizzata entro un giorno dalla data del prelievo, in quanto successivamente si registra una perdita di anestetico dal substrato di raccolta.

Non esiste lo stesso problema per il N2O, che mostra valori pressoché sovrapponibili fino al quarantesimo giorno dalla data del prelievo. Il confronto tra i livelli di esposizione dei 29 operatori (tra 0.88 e 111.6 ppm per il N2O e 0.01 e 1.01 ppm per il sevoflurano) e l’escrezione urinaria dei due gas anestetici evidenziano correlazioni statisticamente significative, anche se con una notevole dispersione dei dati (N2O: r=0.46 p<0.05; sevoflurano: r=0.65 p<0.001). Questo è in parte imputabile ad una certa variabilità individuale del dato biologico e in parte alle indubbie difficoltà analitiche e di raccolta dei campioni urinari. Anche il confronto tra i livelli ambientali individuali di sevoflurano e la concentrazione urinaria di HIFP mostra una correlazione statisticamente significativa, ma con dispersione dei dati (r=0.58 p<0.001); in altri studi è stata riscontrata una correlazione decisamente migliore, tanto che l’HFIP è stato proposto come indicatore biologico senza che tuttavia sia stato adottato un valore limite (2).

Non risulta invece statisticamente significativa la correlazione dei dati ambientali individuali con l’escrezione urinaria dei fluoruri inorganici. In conclusione possiamo affermare che disponiamo di diversi metodi affidabili per la misurazione dei gas anestetici nelle sale operatorie. Per il controllo delle sorgenti inquinanti e per la valutazione dell’andamento dell’inquinamento nel tempo l’utilizzo dell’apparecchiatura fotoacustica è di fondamentale importanza; il Radiello si conferma invece un ottimo strumento di campionamento ambientale individuale anche per il sevoflurano e questo risultato, in considerazione anche della notevole variabilità degli indicatori biologici e dei problemi nella raccolta dei campioni, potrebbe indurre ad un ridimensionamento del monitoraggio biologico a favore di un uso più esteso del monitoraggio ambientale individuale.


Bibliografia

1) Carrieri M, Scapellato ML, Maccà I, Volpin A, Virgili A, Marcuzzo G, Bartolucci GB. Validazione sul campo del campionatore passivo Radiello per il monitoraggio dell’esposizione a gas anestetici. Atti del 6° Convegno di Igiene Industriale, Corvara (BZ), 22-24 marzo 2000, pp. 45-47.

2) Imbriani M, Zadra P, Negri S, Alessio A, Maestri L, Ghittori S. Monitoraggio biologico dell’esposizione professionale a sevoflurano. Med Lav 2001; 92: 173-180.


Autori: M.L. Scapellato, M. Carrieri, I. Maccà, J. Moretto, M. Perini, A. Virgili, G. Gori, G.B. Bartolucci - Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica, Università degli Studi di Padova

Torna all'Archivio Esperienze