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   RIFIUTI
La normativa vigente definisce rifiuti tutte le sostanze derivanti da attività umane o da cicli naturali, abbandonate o destinate all'abbandono (Art.2 del D.P.R. 915/82). Sono classificati in rifiuti urbani, rifiuti speciali e rifiuti speciali tossici e nocivi. I rifiuti urbani (RSU) sono quelli provenienti dalle abitazioni domestiche o da altri insediamenti civili, nonché quelli giacenti su strade e aree pubbliche o soggette ad uso pubblico. Nell'ambito dei rifiuti urbani è definita come categoria particolare quella dei "rifiuti urbani pericolosi": le batterie, le pile, i prodotti e relativi contenitori etichettati con il simbolo "T" e/o "F", i medicinali scaduti. I rifiuti speciali (RS) sono quelli derivanti da lavorazioni industriali e da attività agricole, artigianali, commerciali e di servizi: i rifiuti ospedalieri; quelli provenienti da demolizioni, costruzioni e scavi; i veicoli a motore fuori uso e le loro parti; i residui delle attività di trattamento dei rifiuti e quelli derivanti dalla depurazione degli affluenti. Solo alcune di tipologie di rifiuti speciali sono assimilabili ai rifiuti urbani per quanto concerne le modalità di smaltimento. Sono rifiuti "tossici e nocivi" (RTN)i rifiuti speciali che contengono o sono contaminati da particolari sostanze in determinate concentrazioni. La normativa sui rifiuti parte con il D.P.R. 915 del 10 settembre 1982, cui sono seguiti i relativi regolamenti attuativi con il DPR 441 del 1987 e con la Legge 475 del 9 novembre del 1988 sui rifiuti industriali, nata dopo gli scandali relativi alle navi portarifiuti che girovagavano per il mondo.