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Qual è il problema?


Le diverse forme di anestesia prevedono due fondamentali vie di somministrazione degli anestetici: per iniezione e per via inalatoria. Mentre la prima non crea problemi alla salute degli operatori sanitari, quella per via inalatoria può invece crearli, a causa del possibile inquinamento da gas anestetici delle sale operatorie.

Gli addetti all’attività chirurgica possono così trovarsi a respirare quantità di gas anestetici notevolmente più piccole rispetto a quelle che inalano i pazienti, ma per un periodo di tempo molto più lungo.

Le conoscenze sui possibili effetti dell’esposizione professionale a gas anestetici riguardano le miscele di tali gas mentre poco si sa dell’azione di ognuno di essi; infatti poco diffuse sono le situazioni in cui si ha esposizione professionale ad un singolo gas anestetico.

Numerosi sono gli effetti sulla salute degli operatori attribuiti di volta in volta ai gas anestetici ma, nonostante l’elevato numero di studi condotti, le informazioni finora raccolte non permettono di stabilire con precisione la tossicità di queste sostanze alle concentrazioni che di solito si riscontrano nelle esposizioni professionali. Effetti a carico del fegato, del rene e del midollo osseo sono stati ipotizzati ma mai adeguatamente documentati e lo stesso si può dire per il rischio cancerogeno e per quello di malformazioni nella prole.

Diversi studi hanno invece evidenziato in maniera convincente un’aumentata incidenza di aborti ‘spontanei’ nelle donne che lavorano in sala operatoria, ma non si è riusciti a stabilire se ciò sia legato all’esposizione a gas anestetici o alla concomitante presenza di altri fattori di rischio (radiazioni ionizzanti, posture obbligate antifisiologiche, stress...).

Infine, il personale di sala operatoria ha spesso lamentato disturbi quali cefalea, riduzione dei livelli di vigilanza e della memoria a breve termine, alterazioni della capacità di concentrazione e di attenzione sui quali, oltre alle capacità dei gas anestetici di deprimere le funzioni del sistema nervoso centrale, potrebbero avere una certa influenza anche altri fattori, ed in particolare lo stress che può derivare da un lavoro che richiede continua ed elevata attenzione, alta responsabilità, capacità di prendere rapidamente importanti decisioni.

In conclusione, anche se il quadro fin qui delineato non è ricco di certezze, la natura dei rischi sospettati e comunque mai adeguatamente smentiti induce ad assumere un atteggiamento di estrema prudenza, e dunque ad adottare tutte le misure precauzionali che possono ridurre al più basso livello possibile l’esposizione professionale a gas anestetici, con una particolare attenzione alle lavoratrici in età fertile.


Chi interessa?

I rischi da esposizione professionale a gas anestetici interessano tutto il personale di sala operatoria ed in modo particolare gli addetti all’anestesia. E’ bene ricordare che il ricorso all’anestesia generale per via inalatoria può avvenire anche al di fuori delle sale operatorie, ad esempio in ambienti ortopedici o per l’esecuzione di alcune procedure diagnostiche invasive.

Da cosa dipende?

L’inquinamento da gas anestetici delle sale operatorie è condizionato da alcuni elementi di base: quantità di gas erogati, concentrazione degli anestetici, cubatura delle sale operatorie, numero dei ricambi d’aria.
Su di essi si innestano le cause d’inquinamento vere e proprie, riconducibili a tre differenti ordini di problemi: strutturali, tecnologici, procedurali e organizzativi.

Problemi strutturali

Mancanza di ambienti adeguatamente ventilati per il caricamento dei vaporizzatori
Scarso o assente ricambio d’aria nelle sale operatorie
Mancanza di sistemi attivi di raccolta e convogliamento dei gas espirati
dal paziente sia in sala operatoria che nelle sale di risveglio


Problemi tecnologici

Perdite dai circuiti ad alta pressione (collegamenti tra presa dell’impianto
di distribuzione ed apparecchiature di anestesia): mancata tenuta
delle fascette stringitubo, etc.
Perdite dai circuiti a bassa pressione (circuiti dell’apparecchiatura
di anestesia dai flussimetri al paziente): deterioramento dei tubi
del circuito, del cestello della calce sodata, dei tubi di by pass,
delle valvole
di sfogo, etc.

Problemi procedurali ed organizzativi

Impiego di maschere facciali non ben aderenti al volto del paziente
Apertura dei circuiti prima che il paziente sia collegato
Insufficiente eliminazione degli anestetici prima di estubare il paziente
Assenza di un programma di manutenzione preventiva degli impianti e delle
attrezzature

Come lo si affronta?


Per un’efficace riduzione dell’inquinamento da gas anestetici delle sale
operatorie occorre adottare contemporaneamente misure di tipo tecnico, procedurale
ed organizzativo. Tra quelle di maggior rilievo si ricordano le seguenti:


Misure tecniche

Corretto dimensionamento dell’impianto di condizionamento al fine di garantire
15-20 ricambi d’aria per ora
Adozione di idonei sistemi di raccolta e convogliamento all’esterno
dei gas espirati dal paziente, tanto in sala operatoria quanto nelle
sale di
risveglio
Maggior ricorso alle attrezzature per anestesia ‘a ciclo chiuso’


Misure procedurali

Limitare per quanto possibile il ricorso all’anestesia gassosa
Effettuare le operazioni di caricamento dei vaporizzatori al di fuori
della seduta operatoria limitando per quanto possibile la dispersione in
aria degli anestetici
Evitare l’apertura dei circuiti finché il paziente non è collegato
Verificare che la maschera impiegata sia ben aderente
Svuotare il contenuto del pallone nel sistema di raccolta ed eliminazione
degli anestetici prima di estubare il paziente


Misure organizzative

Predisporre ed attuare un programma di manutenzione preventiva periodica
per tutti gli impianti e le attrezzature impiegati per l’anestesia
Assicurare la costante disponibilità dei pezzi di ricambio delle
parti facilmente usurabili e provvedere alla loro immediata sostituzione
in caso
di bisogno
Predisporre ed attuare un piano di monitoraggio della qualità dell’aria
delle sale operatorie che consenta di verificare l’efficacia delle
misure adottate ed il permanere dei risultati raggiunti








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