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Riforma pensionistica ed “invecchiamento attivo”: quale ruolo per il Medico Competente?”
A cura dell’Associazione Nazionale dei Medici di Azienda Competenti (ANMA), 2014

 

In premessa si riporta che, a fronte dell’aumento dell’aspettativa di vita in Europa, è aumentata progressivamente l’età pensionabile, aprendo un dibattito sul progressivo invecchiamento della popolazione lavorativa.

In Italia non sono ancora avvenute concrete politiche finalizzate a rendere meno traumatico l’innalzamento dell’età pensionabile: è nato comunque l’interesse a iniziare una riflessione sulle conseguenze delle dinamiche demografiche e, conseguentemente, sulle responsabilità e attività del Medici Competenti.

Vengono presentati alcuni dati demografici (ISTAT) ed occupazionali nazionali ed europei, proiettati al 2050, fornendo tabelle sulla speranza di vita alla nascita, sull’età media della popolazione, sugli indici di vecchiaia, sugli indici di dipendenza degli anziani, (numero di individui potenzialmente non autonomi rispetto al numero di individui indipendenti attivi), sui Paesi e sulle Regioni Italiane con la popolazione più anziana, sulle percentuali di popolazione attiva.

Vanno differenziate l’aspettativa di vita e l’aspettativa di vita attiva (cioè in buona salute), ponendo l’attenzione sulla necessità di misurare l’Healthy Life Years IndeX” (HLY), che calcola alla nascita e a varie età il numero di anni che l’individuo potrà vivere senza malattie invalidanti, sia per le donne che per gli uomini (Fonte Eurostat, 2013). Tutto ciò sta determinando ricadute economiche e sui carichi socio-assistenziali, per contrastare i quali è necessario sviluppare le seguenti strategie:

  • prolungare la vita lavorativa
  • promuovere una cultura per l’invecchiamento attivo
  • attivare politiche mirate a creare condizioni di lavoro e favorire l’integrazione occupazionale degli anziani

Vengono di seguito illustrati i concetti di “invecchiamento attivo”. L’Unione Europea ha proclamato nel 2012 l’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, per creare occupazione e condizioni di lavoro, per partecipare alla vita sociale e sostenere una vita indipendente e sana nell’anziano. E’ stata in tal senso proposta la “Carta nazionale dell’invecchiamento attivo”.

Viene infine discusso il ruolo del medico competente di fronte a questi problemi, sia per ciò che riguarda le attività di valutazione del rischio, sia per l’attività di formazione, sia per l’attività di sorveglianza sanitaria, facilitando il reinserimento e il mantenimento al lavoro di individui “fragili”, quali gli anziani. Fra questi compiti il più importante è quello teso a al miglioramento del lavoro e alla riduzione di misure protettive mirate e troppo difensive che marginalizzano gli anziani.

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