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Università di Brescia

Viene presentato un articolo comparso su Med Lav 2010; 101(Suppl 2) a firma di Stefano Porru e Cecilia Arici su come può cambiare l'approccio del Medico del Lavoro rispetti al fenomeno della immigrazione. Vengono presentati i risultati di una esperienza

RIASSUNTO

Si stima che in Italia gli immigrati siano 4 milioni, rappresentando il 10% circa della forza-lavoro. Oltre a contribuire in modo sostanziale alla crescita economica italiana e del Paese di provenienza, essi svolgono in prevalenza lavori gravosi e rischiosi ("3D jobs" = dangerous, dirty and demanding/degrading). Principale obiettivo del nostro contributo è richiamare l'attenzione del Medico del Lavoro (MdL) sulla necessità di occuparsi dei problemi di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro degli immigrati, evidenziandone ruoli ed opportunità. A tal proposito, vengono illustrati i dati disponibili circa malattie professionali ed infortuni sul lavoro in lavoratori immigrati, discusso il tema della suscettibilità individuale, e, a titolo d'esempio, commentati dati di molti anni di sorveglianza sanitaria presso una fonderia in provincia di Brescia, che indicano come una forza-lavoro di immigrati possa essere ben caratterizzata e costituire anche un'opportunità, anziché rappresentare un "fattore di rischio". Alla luce di alcune necessità di ricerca sia metodologica sia applicata, intendiamo promuovere interventi da parte del MdL mirati alla vera integrazione, innanzitutto sanitaria, del lavoratore migrante, per evitare ineguaglianze di salute, a beneficio di individuo, impresa e società.

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