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La medicina preventiva e l’avvolgente abbraccio della burocrazia.

A cura della Sezione di Medicina del Lavoro dell’Università di Tor Vergata e della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, settembre 2014

 

In apertura il contributo sottolinea che a livello europeo negli ultimi anni si è riscontrata una riduzione dello slancio normativo e un ripensamento della costrittività normativa su tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mentre a livello nazionale e regionale in Italia viene auspicata una semplificazione normativa sulle evidenze dei dati di applicazione. Sull’argomento vengono illustrate tre particolari situazioni:

  1. Lo stato attuale: le norme da noi prodotte sono il frutto di decenni di conflitti (statuto dei lavoratori, norme radioprotezionistiche, testo unico, recepimento delle direttive comunitarie, decreti ministeriali, prassi amministrative, ecc.). I costi della mancata prevenzione sono elevati: in Italia costituiscono il 3,21% del PIL (45 miliardi di Euro) per infortuni a malattie professionali; In Europa sono compresi fra i 185 e i 270 miliardi di Euro (2,6-3,8% del PIL); nel mondo 1250 miliardi di Euro (4% del PIL mondiale, dati ILO-EUROSTAT). Si riportano l’andamento degli infortuni (con i casi mortali) e delle malattie professionali in Italia nel periodo 2001-2011. In Europa si registra una percentuale elevata di infortuni sul lavoro nelle PMI (82%) con interruzioni dell'attività produttiva media di durata superiore ai 9 giorni lavorativi.
  2. Le criticità percepite dagli stakeholder: sono quelle di un mostro legislativo impossibile da applicare per le piccole e medie imprese, con scarso ritorno per il datore di lavoro, per i lavoratori e per la Società e con mancata percezione dell’efficacia delle azioni preventive. Fra i dati disponibili per comprendere ciò che gli altri pensano di noi vi sono il Progetto INSULA dell’INAIL e i risultati della consultazione pubblica sul nuovo quadro della politica di sicurezza sanitaria e professionale in Europa (luglio 2014): vengono entrambi illustrati con analisi per categorie di impresa e con proposte per un miglioramento (esempi di buone pratiche, in particolare per le PMI).
  3. Le criticità nell’attività del Medico Competente: sono numerose (rapporti con il datore di lavoro, codice etico, sanzioni amministrative, mancanza di autonomia, valutazione dei rischi, eccessivo rigore formale, formazione, ecc.). Le informazioni che abbiamo sono le opinioni personali, ancora i dati del progetto INSULA e i dati relativi all’allegato 3B. Da questo quadro emergono le richieste di semplificazione (mantenendo l’occupazione), di un minor carico sanzionatorio, una maggiore autonomia e una maggiore visibilità.

Vengono proposti gli obiettivi del programma di mandato 2011-2014 della SIMLII sul ruolo del Medico Competente nelle PMI, sull’approccio dello stress lavoro correlato e sulla costituzione di una rete di centri di secondo livello in grado di procedere alla definizione diagnostica delle malattie professionali e di farsi carico degli adempimenti amministrativi.

Allegati:
Scarica questo file (Magrini_Bressanone_2014.pdf)Relazione al Convegno Bressanone[MdL Univ.Tor Vergata - SIMLI]
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