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Esempi di partecipazione/collaborazione alla valutazione del rischio stress lavoro correlato. Considerazioni sull’esperienza.
A cura dell’Associazione Nazionale dei Medici di Azienda (ANMA). Padova, marzo 2014

Il contributo sottolinea nella prima parte che secondo l’Accordo europeo la sorveglianza sanitaria in caso di disordini da stress può considerarsi fondamentale per la valutazione del rischio ed è diretta alla prevenzione primaria. Si ricordano per tali problemi i contributi di ANMA

(indagine pilota conoscitiva sulle condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro nel 2006 e 2008) e si riportano tre esempi di valutazione del rischio stress lavoro correlato in aziende venete dopo le Indicazioni fornite dalla Commissione Consultiva Permanente. Il primo esempio riguarda una azienda chimica di 60 persone nella produzione di antiparassitari. Una prima valutazione risale al 2010-2011: nelle conclusioni si riferiscono risultati della check list con valori medio-bassi e una buona corrispondenza tra l’analisi dei fattori oggettivi e la percezione dei lavoratori (questionario ERI). Fra le misure migliorative da attuare sono state segnalate l’istituzione annuale del calendario di formazione, l’istituzione del registro di suggerimenti e critiche, la messa in opera di sistemi premianti x esempi positivi e il coinvolgimento dei lavoratori circa indumenti, turni, luoghi e pause di lavoro. Una seconda valutazione è stata fatta nel 2012-2013 con compilazione di check list e somministrazione HSE con maggiore diversificazione di gruppi omogenei. L’indagine oggettiva è stata considerata in area verde; quella soggettiva ha evidenziato criticità circa controllo e management (somministrazione assistita dei questionari). Il secondo esempio ha riguardato una azienda metalmeccanica di 130 persone (produzione di condizionatori). Una prima valutazione è stata fatta nel 2004-2005 con il questionario Karasek, con presenza di higt strain della mediana del campione generale. Una seconda valutazione del 2007, dopo una ri-progettazione dei flussi e del layout nei reparti produttivi ha sicuramente migliorato le condizioni occupazionali, pur riducendo l’autonomia e irrigidendo i rapporti interpersonali fra dirigenti e subalterni. Una terza valutazione è stata fatta nel 2011 con il metodo INAIL, con parte preliminare in area verde e senza approfondire la componente soggettiva (il medico competente aveva comunque segnalato l’insoddisfazione dei lavoratori per il controllo e il peggioramento del clima fra preposti e lavoratori e fra colleghi). Il terzo esempio ha interessato una multinazionale off shore che rigassifica e stocca gas liquido, con una prima valutazione nel 2009 con questionari specifici (SSI) e generali ( ERI e WAI) che ha portato a modifiche dei turni di lavoro. Nel 2011 è stato condotto un focus group, che ha confermato la bontà delle nuova turnazione e il miglioramento della comunicazione aziendale e del grado di valorizzazione percepito dal personale. Nel 2013 una nuova valutazione è stata fatta senza rilievi di percezioni soggettive dei lavoratori: le aree analizzate sono risultate tutte verdi. Nelle conclusioni si sottolineano alcune criticità (il metodo INAIL sottostima il rischio; le check list pesano tutti i fattori allo stesso modo; la perdita di controllo e di autonomia nel lavoro modifica la soddisfazione e il clima aziendale). I focus group sono comunque un efficace strumento di valutazione della percezione dei lavoratori e di condivisione sugli interventi migliorativi.

Allegati:
Scarica questo file (danilo bontadi.pdf)Relazione Danilo Bontadi[Convegno ANMA]

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